Luigi De Magistris lancia un nuovo partito: “Un fronte popolare e democratico”, questo l’appello del sindaco di Napoli, pronto a dare vita a un progetto nazionale. Pubblicato su Repubblica, il messaggio del primo cittadino partenopeo è chiaro: “È venuto il momento dell’unità delle forze che vogliono finalmente attuare in pieno la Costituzione e, quindi, è giunta l’ora della costruzione di un fronte popolare democratico. È il periodo storico giusto per realizzare un campo largo, senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte. È il luogo questo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti”. De Magistris non parla apertamente di sinistra, ma spiega che pensa a un “campo d’azione in cui si devono ritrovare e connettere quelli che in questi anni con i fatti non hanno tradito e non certo quelli che sono la causa della venuta di un periodo così buio della nostra Repubblica”. E ha in mente persone “che ogni giorno sono in lotta per i diritti, che lottano per la difesa dei territori dalle distruzioni ambientali e dalle opere pubbliche dannose, che resistono contro le organizzazioni criminali e contro le mafie di Stato”.
LUIGI DE MAGISTRIS, UN “NUOVO FRONTE POPOLARE”
De Magistri vuole coinvolgere “organizzazioni di base, associazioni, comitati, movimenti, militanti politici, sindaci, amministratori, eletti dal popolo che provano ogni giorno, pagando anche sulla propria pelle il prezzo di ogni forma di violenza, da quella fisica a quella istituzionale, a rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione dell’uguaglianza e della giustizia”, sottolineando che “la prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni. Rivoluzione nel nostro Paese significa rottura del sistema ed affidabilità e capacità di governo. Questo serve ai lavoratori come ai disoccupati, agli studenti come agli imprenditori. Questo fa paura ai prenditori, alla casta, ai mafiosi”. E il sindaco di Napoli aggiunge: “Si deve, quindi, costruire l’alternativa morale, sociale, giuridica, economica e politica. È alla nostra portata, prima che sia troppo tardi. È l’alternativa del nuovo umanesimo. Per un Paese coeso ed unito nella valorizzazione delle differenze e delle autonomie senza più discriminazioni territoriali”.