Carlo Calenda, “Italia a rischio default”: così l’ex ministro dello sviluppo economico nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Iscrittosi al Partito Democratico dopo le elezioni dello scorso 4 marzo 2018, Calenda ha commentato senza mezzi termini: “Dobbiamo darci una mossa, l’Italia è a rischio, non ci sono i tempi per un congresso infinito, posizionamenti tattici, Leopolde e altre amenità. Dobbiamo porre un argine al rischio mortale a cui Lega e 5 Stelle ci stanno esponendo, ed è assurdo dividersi sull’opportunità di discutere con gli autori di questo disastro”. Poi sul Pd: “Se è ancora il mio partito? Certo. Penso che occorra costruire qualcosa che vada oltre il Pd ma di cui ìl Pd deve essere parte e promotore, per questo ho proposto di costituire un fronte progressista, repubblicano, chiamiamolo come vogliamo, che sia capace di rappresentare chi vuole rinnovare la democrazia liberale e non distruggerla e tenere in sicurezza l`Italia, ed è molta più gente di quella disposta a votare oggi il Pd”.
ITALIA A RISCHIO DEFAULT
Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla segreteria dem, ha affermato di essere pronto a parlare con il Movimento 5 Stelle, ipotesi totalmente rifiutata da Calenda: “Forse non è chiarissimo a tutti nel Pd che il nostro Paese si sta rapidamente avvicinando all`area di rischio default, perché tra i 350 e 400 punti di spread si aprono scenari che possono portare rapidamente l`Italia a non avere più accesso ai mercati. Rapidamente. Dopo si aprirebbe una prospettiva inaudita di cui pagheremmo il prezzo per anni tutti, e più di tutti i cittadini più deboli”. E sottolinea: “E questa è interamente responsabilità dei Cinque Stelle e di Salvini. Eravamo in una situazione di bonaccia finanziaria, con tutti gli indici positivi: Pil, occupazione, produzione industriale, investimenti e deficit e debito in discesa. Le loro dichiarazioni sull`uscita dall`euro e sui piani B, nonché le promesse folli ci hanno ributtato nell`ennesima crisi, auto provocata questa volta. Su quali basi concrete parleremmo con i Cinque Stelle?”.