La manovra che il governo Lega-M5S ha intenzione di proporre nelle prossime settimane potrebbe costare circa 75 miliardi di euro. Una spesa troppo eccessiva da sostenere per lo Stato italiano e che sta facendo allarmare in tanti esperti, a partire da Carlo Cottarelli. Il professore, oggi direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici alla Cattolica di Milano e in passato commissario alla spending review, ha lanciato l’allarme in una intervista al Corriere della Sera spiegando come la tenuta dei conti pubblici sia chiaramente a rischio. Cosa pensa invece delle recenti parole di Di Maio? Il vicepremier ha sostenuto: “non possiamo star dietro a un’agenzia di rating e poi pugnalare alle spalle gli italiani”. Eppure per Cottarelli, “Il modo migliore per proteggere gli italiani è evitare crisi tipo quella del 2011, che si ripercuotono sulle fasce sociali più deboli”. Sebbene la situazione attuale non sia paragonabile a quella di sette anni fa, a sua detta non si può comunque restare del tutto tranquilli. In merito al reddito di cittadinanza Di Maio ha annunciato la partenza al 2019. Cottarelli replica – includendo anche le altre promesse del governo come superamento Legge Fornero e Flat Tax – “queste tre cose purtroppo non ce le possiamo permettere e dunque io non ne farei nessuna. Credo che il governo dovrebbe fare altre cose, per far crescere l’economia, migliorare la produttività e la competitività”. A detta di Cottarelli, dunque, le soluzioni sarebbero altre come ad esempio la lotta alla burocrazia. Solo il reddito di cittadinanza costerebbe 17 miliardi. Decisamente troppi da affrontare. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CONTE FRENA:”COSÌ NON REGGIAMO”
Se Luigi Di Maio ostenta sicurezza e alla festa del Fatto Quotidiano, intervistato da Peter Gomez assicura:”Nella prossima legge di bilancio deve partire il reddito di cittadinanza per consentire almeno ai 5 milioni di italiani in povertà assoluta di riuscire a trovare un lavoro”, si può dire che nel governo ci sia chi non condivide il suo stesso ottimismo. Su tutti il premier Giuseppe Conte che, come riportato da Il Messaggero, a Palazzo Chigi va ripetendo le preoccupazioni che derivano dalle promesse elettorali di M5s (appunto il reddito di cittadinanza) e Lega (flat tax). Questo il virgolettato del premier:”Non reggiamo flat-tax e reddito di cittadinanza”. Ma come se ne esce dal momento che né Salvini né Di Maio sono intenzionati a cedere? Forse cercando sponda con Tria, il ministro dell’Economia che da settimane predica la necessità di non sforare i vincoli del 3% e a sua volta cerca da tempo il sostegno del Presidente del Consiglio. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PRESSING M5S
Il reddito di cittadinanza si farà: ad assicurarlo è Luigi Di Maio, che è tornato a ribadire le sue priorità. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico non è più disposto ad aspettare il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che continua a predicare prudenza. Il quotidiano Repubblica descrive Di Maio sul piede di guerra per sbloccare la sua misura e la flat tax. Per questo avrebbe ordinato ai tecnici di via XX Settembre di trovare le coperture per attuare le misure, a partire dal reddito di cittadinanza. Visto che non è una misura prioritaria per Matteo Salvini, il capo politico M5s dovrà discuterne con il leader della Lega, aggiungendo al tavolo il ministro Tria. Ma Di Maio smentisce le voci secondo cui per questo potrebbe scoppiare una guerra con l’alleato leghista: «Anche oggi il quotidiano La Repubblica ci regala l’ennesima ricostruzione fantasiosa con lo scopo di confondere i cittadini e fare disinformazione, cercando di creare artificialmente la notizia di uno scontro all’interno del governo. Il reddito di cittadinanza e la flat tax restano due priorità di questo governo e verranno realizzate entrambe. L’esecutivo è compatto e andrà avanti attuando i punti contenuti nel programma». (agg. di Silvana Palazzo)
“MISURA PER 5 MILIONI DI ITALIANI”
Se sul fronte Manovra i dubbi delle opposizioni (e dei mercati) sono tutte per capire come e in che modo verranno inserite tutte le voci del Contratto Lega-M5s senza sforare i vincoli Ue (come promesso dal Mef), il possibile rapporto teso all’interno della maggioranza viene allontanato (almeno per ora) dal vicepremier Di Maio. Sempre dalla Versiliana, il leader grillo spiega che non sempre sulla Lega siamo in accordi «ma quando nel governo noi e la Lega non andiamo d’accordo ce lo diciamo, abbiamo un contratto di governo e siamo convinti che qualcosa di buono da fare per l’Italia in quel contratto ci sia». Un altro esempio è il fronte della tap, il gasdotto sotto l’Adriatico che spunta in Puglia: «Abbiamo sempre detto che Tap è un gasdotto non utile che rischia di danneggiare una bellezza turistica e ambientale. La Lega dice che bisogna farlo. Troveremo una soluzione. Per trovare la soluzione abbiamo innanzitutto l’analisi costi benefici. Dobbiamo verificare questo. Il ministro Toninelli ha vari dossier con esami costi benefici, su varie opere, su questo troveremo la soluzione», spiega il Ministro del Lavoro.
DI MAIO RILANCIA SULLA MANOVRA
«Nella prossima legge di bilancio deve partire il reddito di cittadinanza per consentire almeno ai 5 milioni di italiani in povertà assoluta di riuscire a trovare un lavoro»: così ha esordito Luigi Di Maio intervenendo alla Festa del Fatto Quotidiano sul palco della Versilia a Marina di Petrasanta (Lucca) intervistato dal direttore web Peter Gomez. Un po’ “replicando” a Tria e i rischi di una Manovra non sostenibile per l’Europa, un po’ anche ribandendo all’alleato di Governo quali sono le priorità del Movimento 5 Stelle in sede di Legge di Bilancio: le parole del vicepremier faranno da boomerang per le discussioni politiche della giornata, visto che ha toccato praticamente tutti i punti più caldi del momento a livello politico. Le priorità del governo Lega-M5s sono sempre quelle: «reddito di cittadinanza, Flat Tax e superamento della legge Fornero: Sono le tre priorità su cui ci siamo trovati subito con la Lega», spiega Di Maio, aggiungendo «le dobbiamo portare avanti perché rappresentano tre categorie di cittadini che sono rimasti indietro per troppo tempo. Gli faremo tornare il sorriso».
COME ARGINARE I “PROBLEMI” DEL REDDITO DI CITTADINANZA?
A domanda rivolta da Peter Gomez sui possibili problemi del reddito di cittadinanza, specie sulla eventualità dei lavori in nero durante il percepimento dell’assegno dallo Stato, Di Maio si fa serio: «come argineremo chi lavora in nero e al tempo stesso potrebbe percepire il reddito? Non daremo soldi per stare sul divano alle persone», precisando subito dopo «Chi lo riceverà si prende l’impegno di fare lavori di pubblica utilità e di formarsi per lavori che serviranno allo Stato». Ai possibili “furbetti” il vicepremier M5s promette battaglia, «Nel caso qualcuno lo percepisse senza averne titolo “rischia fino a 6 anni di carcere». Più in generale, secondo l’area grillina del Governo è necessaria una «una rivoluzione copernicana dei controlli, dobbiamo mirare al concreto, se è vero che il lavoro nero ci costa 20 miliardi all’anno allora va combattuto con strumenti che abbiamo già, ma che vanno utilizzati meglio»: per Di Maio infatti se lo Stato dà il reddito, va preso con tutti i pubblici impegni che rimangono immutati, «facendo lavori utili per il tuo comune e formandoti per i lavori che servono. Stiamo mappando tutte le figure professionali che mancano».