Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro il Garante della Privacy, che negli scorsi giorni ha sanzionato con una multa da 50mila euro la piattaforma grillina Rousseau, accusata di non tutelare la privacy di coloro che votano. «Quella multa è un attacco politico – ha spiegato Davide Casaleggio, a margine dell’evento Sum organizzato a Ivrea – a capo dell’Authority del garante della privacy non può starci un ex capogruppo del Pd, ma neanche un politico in generale. Deve essere un professionista che mantenga la propria autonomia». Casaleggio punta quindi il dito nei confronti di Antonello Soro, il numero uno dell’Autorità, che ha prontamente replicato: «Non ho intenzione di fare polemica con alcuno, né ho bisogno di dimostrare la mia indipendenza di giudizio né quella delle mie colleghe nell’esercizio del mandato del Garante. Se il dottor Casaleggio ha rilievi da muovere può ricorrere, come previsto dalla legge, al giudice ordinario».
ROUSSEAU, GARANTE DELLA PRIVACY NEL MIRINO M5S PER LA MULTA
Secondo Casaleggio sono diversi i sospetti che la multa mascheri in realtà un attacco politico, a cominciare dal fatto che tutte le informazioni circa la relazione dell’Authority sul funzionamento di Rousseau: «siano state date ai giornali con giorni di anticipo, ancor prima che venissero comunicate alla persona interessata», ma anche «il fatto che sia stata comunicata nel giorno di una votazione importante, nonostante questa istruttoria stesse andando avanti da mesi». Secondo Casaleggio, inoltre, la multa si riferirebbe ad una piattaforma vecchia, visto che ora Rousseau è stata completamente rinnovata rispetto a quella descritta nella lettera del Garante. Nella polemica si è inserito anche il numero uno del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che ha spiegato: «Ci sono nomine in scadenza, anche quella del garante. Noi ci adopereremo per individuare una persona al di sopra di qualsiasi sospetto – le parole del vicepresidente del consiglio, come riferisce Repubblica – perché qui il sospetto è politico – Di Maio fa eco a Casaleggio – il garante è un politico del Pd, è stato capogruppo al senato: quando vediamo – conclude – che ci multano per la seconda volta per un software che non abbiamo più qualche dubbio ci viene».