Il presidente entrate della Polonia ha chiesto il licenziamento del direttore della Banca centrale, accusandolo di aver interferito nelle ultime elezioni, minando la sua indipendenza

In Polonia si intensifica lo scontro tra il presidente entrante Donald Tusk e il direttore della Banca centrale locale, Adam Glapiński. Secondo il partito che prenderà la guida del governo il 13 di questo mese, infatti, il governatore della banca avrebbe, in occasione delle ultime elezioni, adottato una serie di misure che erano fini a migliorare il consenso nei confronti del partito di governo Diritto e Giustizia, poi uscito sconfitto alle urne.



La banca centrale della Polonia, secondo l’accusa di Tusk, lo scorso ottobre avrebbe adottato un taglio dei tassi di interesse eccessivo rispetto a tutti gli altri istituti bancari. La ragione sarebbe, sempre stando all’accusa, legata all’amicizia personale tra Glapiński e Jarosław Kaczyński, il presidente uscente e guida del partito Diritto e Giustizia. Inoltre, lo stesso Glapiński avrebbe guidato l’acquisto di alcuni titoli di stato, secondo Tusk per acquistare (e ridurre) il debito pubblico della Polonia. La richiesta di Tusk, dunque, è quella che Glapiński venga sollevato dal suo incarico e sottoposto ad indagine, oltre che ovviamente sostituito.



La banca centrale della Polonia chiede l’intervento della BCE

Insomma, in altri termini la Banca centrale della Polonia, e soprattutto il suo attuale direttore Glapiński sono stati accusati dal presidente eletto Tusk di aver provato ad interferire nelle elezioni che si sono tenute ad inizio anno. Si tratterebbe, insomma, di un organo non indipendente, secondo il presidente, che ha agito al fine di sostenere il presidente uscente, dato già per sfavorito dai sondaggi precedenti alle votazioni.

Dal conto suo, invece, Glapiński ha negato le accuse mosse dal presidente della Polonia, spiegando che la diminuzione dei tassi di interesse era stata una decisione presa collettivamente e non per suo volere personale, mentre l’acquisto dei titoli di stato è stato condotto su un mercato secondario, senza acquisto diretto del debito pubblico. Al fine di risolvere le controversie, inoltre, l’attuale direttore della Banca centrale della Polonia ha chiesto l’intervento della BCE, che veglia sul sistema europeo di banche centrali anche negli stati in cui non è stato adottato l’euro. Secondo Glapiński, se venisse sollevato dal suo incarico si rischierebbe di minare complessivamente il sistema europeo, creando peraltro un precedente pericoloso. Gli stati, infatti, non possono chiedere la rimozione di un direttore di banca centrale se non a fronte di una violazione della legge o della Costituzione.