Prato, Ilaria Bugetti (sindaca dimissionaria Pd) non risponde a gip ma rende memoria. Pm: "Può condizionare il vice", che è indagato per false dichiarazioni
Niente interrogatorio preventivo per Ilaria Bugetti davanti al gip Alessandro Monetti: l’ormai ex sindaca di Prato ha deciso di non rispondere alle domande del giudice, che deve valutare la richiesta della Procura di Firenze per gli arresti domiciliari, preferendo rendere dichiarazioni spontanee e consegnare una memoria difensiva scritta insieme ai suoi legali.
L’esponente del Pd, al centro di un’indagine per corruzione condotta dalla Dda, ha respinto le accuse, negando di essersi fatta corrompere in cambio di sostegno alla sua carriera politica. Bugetti ha assicurato di essersi confrontata con tutti gli addebiti mossi contro di lei, «nonostante il tempo ridotto per preparare la difesa».
Intanto, il gip si è riservato la decisione sia per la richiesta dei domiciliari a Bugetti, sia per quella di arresto in carcere a carico dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, anche lui accusato di corruzione. A differenza dell’ex sindaca, l’industriale tessile ha risposto alle domande del gip.
ILARIA BUGETTI SI DIMETTE, INCHIESTA CONTINUA
Le indagini, comunque, sono ancora in corso; infatti, i pm stanno ascoltando diverse persone: ne sono state già sentite 30. Ci sono nuovi indagati, come Alessio Bitozzi di Progetto Acqua, perché sarebbe stato l’intermediario tra Bugetti e Matteini in relazione a una concessione edilizia.
Invece, l’ex vicesindaco Simone Faggi è accusato di aver mentito durante la sua testimonianza, richiesta come persona informata sui fatti. L’ex vicesindaco, anche lui del Pd, è indagato per false attestazioni a pubblico ufficiale, in quanto le sue risposte agli inquirenti su ambiente e urbanistica non collimerebbero con i risultati investigativi raccolti finora.
I SOSPETTI SUI RAPPORTI TRA ILARIA BUGETTI E IL VICE SIMONE FAGGI
Proprio a Faggi si intreccia un nuovo “nodo”, perché secondo i pm l’ex sindaca potrebbe condizionarlo. Parlano, infatti, di un «rischio concreto». Stando a quanto riportato da La Verità, nelle carte è scritto che nel suo rapporto con Bugetti «ha assunto un ruolo subordinato e, come tale, anch’egli appare certamente condizionabile».
Nel frattempo, anche le dimissioni sono diventate un caso, perché potrebbero essere un tentativo di evitare i domiciliari, mentre per l’opposizione è una strategia per restare in sella, visto che dopo le dimissioni ci sono 20 giorni di tempo per ritirarle: una finestra che lascia in sospeso il Comune prima che venga nominato il commissario prefettizio e che consente a Bugetti di restare formalmente ancora al suo posto.