Preti accusati di giocare al casinò a Modena: sospesi dal vescovo, ma il loro avvocato sottolinea come i parrocchiani siano dalla loro parte
Tuttavia, una buona parte dei parrocchiani si è ribellata a questa decisione e si è schierata a favore dei due preti di Modena, tanto che domenica scorsa, quando la Santa Messa avrebbe dovuto essere celebrata da don Giuliano Guzzetti, vicario generale dell’arcidiocesi, la cancellata del cortile della chiesa è stata resa inaccessibile con una catena. Robert Perghem, avvocato dei due sacerdoti, ha chiarito al “CorSera”: “Non posso commentare nulla, ma di certo hanno la fortuna di avere una marea di persone che sono loro di appoggio. I due parroci, soprattutto don Giovanni Braglia, hanno fatto negli anni un ottimo lavoro per la comunità. Noi stessi non sappiamo quali siano le contestazioni… Diciamo che sono volutamente tenute in stand by. Speriamo di raggiungere un accordo con la diocesi”.
PRETI MODENA ACCUSATI DI GIOCARE AL CASINÒ: LORO NON ABBANDONANO LA CANONICA
Sempre il quotidiano sopra menzionato ha raccolto in forma anonima i pareri dei fedeli più vicini a don Giovanni Braglia, i quali hanno tenuto a precisare come il religioso abbia dedicato la propria vita alla sua parrocchia, utilizzando persino il denaro della sua famiglia per creare una casa di accoglienza per anziani e per dotare la chiesa di strumenti multimediali, rivelatisi poi preziosi e indispensabili durante il lockdown dovuto alla pandemia di Coronavirus per fare partecipare le persone alle messe da remoto.
Peraltro, hanno aggiunto, “è noto anche il suo impegno nella gestione della scuola materna annessa alla parrocchia, che ospita circa 150 bambini e venti educatrici scolastiche con la collaborazione di don Dario”. I due preti di Modena avrebbero dovuto abbandonare la canonica nei giorni scorsi su indicazione della diocesi, ma per adesso non l’hanno lasciata.
