L'ultimo libro di Paolo Massobrio, dal titolo "Prima che scada il tempo", è una raccolta di incontri, non di racconti

Prima che scada il tempo, allora, c’è una pioggia di istanti dove poter scoprire tutto il senso del perché, dal nulla che eravamo, siamo su questa Terra. E possiamo persino amare. Altro non conta“. È il sottile file rouge che accompagna il lettore dell’ultimo libro di Paolo Massobrio “Prima che scada il tempo”.



Una raccolta di incontri come evidenzia l’autore, non racconti o storie di fantasia, ma donne e uomini nel cammino della vita, segno di un “ieri” (che ci ha preceduto), di un “oggi” che vive ora e che non muore mai “domani”, titoli dei capitoli che compongono il libro.

Idealmente si collega con il precedente “Del bicchiere mezzo pieno”, coinvolgendoci in quel viaggio che porta a casa, quel viaggio della vita che fin dagli inizi è destinato alla meta, al ritorno, e, come ogni viaggio è segnato da incontri, ricordi, fatti, tradizione e innovazione nei quali tutto si unisce, la giovinezza, il lavoro, l’affetto.



Le pagine del paragrafo “Un barolo per l’amico semplice” con il locale Moscatelli di Porta Garibaldi riportano alla mente la Milano degli anni 80 e quelle amicizie giovanili universitarie che tanto hanno segnato non solo l’ambito cattolico, ma la città stessa (bellissima la citazione di Testori con la quale si chiude il libro).

Che dire poi del ricordo della procace Nina, staffetta partigiana e monaca di clausura? O delle pagine di incontri con l’amico Paolo Fumagalli? O della Fides dal Burundi alla Valtellina?

Iniziando il libro è come salire in auto con Paolo, partecipare della curiosità e osservazione che sempre hanno contraddistinto la persona e il professionista che è diventato. Si assapora il Gusto, ma non solo il gusto della tavola e del cibo, ma il Gusto dell’operare umano, del fare impresa, del condividere un’ideale di vita, così che nomi altisonanti letti sull’etichetta di una bottiglia o viticoltori sconosciuti a te, divengono familiari, vicini, compagni di viaggio.



Un libro effervescente, come bollicine…a proposito di bollicine, sarà per la lettura del libro o per questa serata afosa… quasi quasi mi apro lo spumante rosé di Negroamaro del Salento che mi sono portato dalla vacanza… prima che scada il tempo!

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