Bruxelles nel mirino della critica per la gestione dei vaccini anti-Covid, anche Romano Prodi bacchetta la Commissione Ue. Intervenuto all’incontro “Democrazia e futuro dell’Europa: lo stato delle cose”, l’ex Presidente del Consiglio ha ammesso di rimproverare la gestione europea: «Per problemi come la scarsa disponibilità di vaccini bisognava picchiare i pugni sul tavolo e dire: “Qui non c’è proprietà intellettuale che tenga, tutti hanno il diritto di utilizzare la ricerca altrui”».
Romano Prodi ha evidenziato che il problema è avere una disponibilità delle dosi che deve essere enorme, se non vacciniamo tutto il mondo il virus torna indietro: «Siamo 7 miliardi di persone da vaccinare, se non almeno 5-6, e abbiamo bisogno 10 miliardi di vaccini: quest’anno ne produrremo 2. Non cambia la musica è un vero disastro».
ROMANO PRODI: “DRAGHI? PIU’ CORRE, PIU’ VA MEGLIO”
Nel corso del suo intervento all’incontro organizzato dalla scuola di formazione per Architetti della politica, Romano Prodi ha messo in risalto che nessuno dei grandi produttori europei è arrivato a fare il vaccino anti-Covid, un dettaglio considerato particolarmente strano, poiché «il “Dio” dei vaccini è l’istituto Pasteur». L’ex premier non ha escluso che i produttori abbiano favorito i rispettivi Paesi, in particolare gli Stati Uniti d’America. Romano Prodi si è poi soffermato su Mario Draghi: «Più corre e più va meglio. Siccome ritengo l’Italia un Paese scettico e depresso ma ha delle energie, Draghi non deve porsi termini ma deve fare in fretta. Mattarella lo ha indicato per togliere l’Italia dalla depressione».