Luigi non riesce a trattenere le lacrime, mentre il suo fido Jack gli scodinzola attorno. “Non mi sembra ancora vero, è un sogno che si realizza. E l’ho fatto per lui”. Dopo 38 anni in strada, chiedendo l’elemosina e dormendo in una tendina, gli ultimi a fianco giorno e notte del suo “bambino”, come chiama affettuosamente il fedele compagno a quattro zampe, Luigi ha finalmente trovato una casa per sé e per il suo inseparabile cane. “Grazie a loro”.
“Loro” sono gli operatori e i volontari della Fondazione Progetto Arca, che da 27 anni opera instancabilmente per portare un aiuto concreto a chi si trova in stato di grave povertà, solitudine ed emarginazione sociale. Da pochi secondi i responsabili di Progetto Arca e i primi due ospiti – Luigi e Giuliano, anche lui attorniato festosamente dai suoi due cani Emo e Frida – hanno tagliato insieme il nastro per inaugurare “Cascina Vita Nova-Giorgina Venosta”, nel cuore del quartiere di Baggio, periferia ovest di Milano, una struttura totalmente rinnovata che ospita un modello, inedito per l’Italia, di housing first, dedicato all’accoglienza in appartamento di persone senza dimora che vivono in strada insieme ai loro cani.
Sette appartamenti (bilocali e monolocali, arredati con semplicità e funzionalità), uno spazio per la cura degli animali, un salone di bellezza che fornisce servizi di parrucchiere non solo agli inquilini della Cascina ma anche a uomini e donne fragili del quartiere, un locale che Emilio – “Avevo clienti prestigiosi, una carriera avviata, ma ho avuto un brutto infarto che mi ha fatto chiudere la mia attività, e io mi sono sentito perso, pensavo di essere finito. Invece mi sono rimesso in gioco” – esibisce con tutto l’orgoglio di cui è capace una persona quando ritorna a vivere la dignità del proprio lavoro.
“Ispiratrice del progetto – ricorda Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca – è stata Giorgina Venosta, scomparsa lo scorso agosto e che ora ci guarda da lassù. Lei, amante dei cani, due anni fa ha proposto di fare qualcosa per i senza dimora con cani, perché per problemi igienico-sanitari non possono essere accettati nei dormitori con i loro animali. Abbiamo accettato la sfida, con il supporto della stessa Fondazione europea Guido Venosta, intitolata al padre di Giorgina e oggi presieduta dal figlio Giuseppe Caprotti, che ci ha consentito di acquistare l’immobile dove oggi prendono vita tutti i progetti tanto desiderati”.
Così, da una cascina distrutta, abbandonata da decenni, è nata Vita Nova, e il richiamo a Dante proprio nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, suona quanto mai opportuno e azzeccato: “L’abbiamo ristrutturata – racconta Sinigallia – utilizzando un ingrediente fondamentale per il recupero delle persone: la bellezza. Da qualche anno con il Politecnico Torino e con diversi architetti abbiamo cominciato a rendere belli e accoglienti i nostri dormitori, che sono sempre stati luoghi brutti, scuri. E’ la legge della risonanza: noi risuoniamo di ciò che ci circonda, perciò in un luogo bello risuoniamo bellezza. Ecco perché abbiamo voluto inserire un salone di bellezza: vedersi belli è il primo passo della giornata, della rinascita”.
A Cascina Vita Nova gli ospiti resteranno per il tempo necessario a riprendere la normalità della vita, in un processo di reinserimento graduale, secondo il principio dell’housing first, importato dai paesi anglosassoni. Di cosa si tratta lo spiega bene Costantina Regazzo, direttore dei servizi di Progetto Arca, che considera questa cascina “un sogno che si realizza”: “La fragilità è la ricchezza, è ciò che si è in più, non ciò che manca: bisogna far emergere quello che è spesso nascosto. E la filosofia dell’housing first scommette sulle persone fragili e in difficoltà: se riescono a trovare subito un luogo che li aiuta a ricostruire la propria identità, hanno la possibilità di reinserirsi e integrarsi di nuovo con successo nella realtà sociale, da tutti considerata qualità di vita”.
Cascina Vita Nova non vuole essere un rifugio, né tanto meno un ghetto, seppur bello, ordinato e tranquillo, bensì un progetto che si presenta come una “cittadella della solidarietà”, ben inserita e aperta al quartiere che la ospita, offrendo alcuni servizi e tante iniziative, rivolti non solo ai soggetti fragili ma a tutti i residenti.
Aperto un primo lotto, infatti, altri adiacenti ne seguiranno nei prossimi mesi: una mensa che servirà 70 pasti ogni giorno, un social market con parafarmacia, uno spazio polifunzionale con biblioteca, cineforum e attività ricreative.
Tanti, a fine inaugurazione, i ringraziamenti a chi ha sostenuto la ristrutturazione di Cascina Vita Nova. Con una bella sorpresa: Enrico Ruggeri, presidente della Nazionale Cantanti, che da tempo collabora con Progetto Arca nelle iniziative di contrasto alla povertà, ha annunciato che proporrà di disputare la Partita del Cuore 2022, magari a Milano (dove manca dal 2005), proprio “con loro”.
E proprio guardando loro, dal presidente a tutti i suoi collaboratori, si capisce al volo che Cascina Vita Nova, com’è nel Dna di Progetto Arca, non è certo l’epilogo di un cammino, ma una tappa verso nuove visioni e nuove condivisioni.
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