Le condizioni di Putin per interrompere la guerra in Ucraina: cosa serve per la pace, le "risposte" di Trump e Zelensky. Dai territori alla NATO

LE CONDIZIONI-PRETESE DI PUTIN SULL’UCRAINA: LA “LISTA” NEL GIORNO DEL SUMMIT ALLA CASA BIANCA

È una lunga lista di condizioni di pace quella fissata dal Presidente della Russia Vladimir Putin al termine del vertice in Alaska, la stessa che oggi Trump illustrerà ai leader volenterosi UE e sopratutto al n.1 dell’Ucraina Zelensky nei vari incontri multilaterali alla Casa Bianca. Se negli ultimi giorni alcuni elementi sono emersi sia dal Cremlino che dagli Stati Uniti, con l’avvicinarsi del summit serale a Washington emergono con più chiarezza le varie condizioni che la Russia vorrebbe mettere in pratica per chiudere definitivamente la guerra d’invasione iniziata il 24 febbraio 2022.



Dai territori occupati a libertà particolari per la Chiesa ortodossa, fino a pretese sul futuro militare e politico dell’Ucraina: non sono poche le condizioni fissate da Putin ed emerse durante il summit nella base americana di Anchorage: l’idea di Trump è di strappare un parziale via libera di Zelensky (e degli alleati UE) su alcuni dei punti chiave aperti da Mosca, così da convocare il trilaterale di pace entro già la fine della prossima settimana. Non sarà facile, specie vedendo il contenuto dei punti chiave avanzati dalla Russia: lo snodo centrale è l’accordo definitivo per finire la guerra, piuttosto che un iniziale cessate il fuoco richiesto da Kiev.



Il vertice di Putin e Trump in Alaska (ANSA-EPA 2025)

Il Cremlino richiede l’intero Donbass, ovvero le parti complete di Luhansk e Donetsk, anche oltre le aree già conquistate dalle truppe russe: in cambio, Mosca è disposta a cedere alcuni territori al momento occupati, da Sumy al Kherson fino ad alcune aree di Zaporizhzhia. Ma non si finisce con le pretese, a cominciare dalla richiesta di ritirare tutte le accuse (e i mandati di arresto) della Corte Penale Internazionale contro Putin e i suoi Ministri.

Tra le altre condizioni che Putin avrebbe avanzato – secondo il New York Times – emergerebbero anche la richiesta di porre il ritorno del russo come lingua ufficiale in Ucraina e alcune garanzie ulteriori per la Chiesa ortodossa, dall’inizio della guerra di fatto “divisa” a Kiev con la scissione della Chiesa ortodossa ucraina.



TRUMP AVVISA L’UCRAINA (E I LEADER UE): “NIENTE NATO E MOLLARE LA CRIMEA, COSÌ SI FERMA LA GUERRA”

Dette delle condizioni (a cui resta sempre aperto il possibile cambio di regime a Kiev, dove però l’Europa si oppone con la garanzia personale per il Presidente Zelensky, una grande e sostanziale apertura è giunta da Mosca secondo quanto rivelato ieri dall’inviato speciale americano Steve Witkoff alla CNN: Putin avrebbe concordato l’inserimento di un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO con cui diversi Paesi potranno difendere la sicurezza dell’Ucraina dopo la fine della guerra.

Donald Trump con il Presidente Ucraina Zelensky (ANSA-EPA combo 2025)

Per evitare l’ingresso effettivo nell’Alleanza Atlantica ma anche per ottenere una via libera dagli USA e dall’Europa, con magari l’inserimento della Cina tra i Paesi non occidentali che potrebbero far scattare la clausola di difesa automatica (proposta lanciata mesi fa dal Governo italiano di Giorgia Meloni). Anche davanti alla possibilità di eventuali prossimi attacchi russi contro Paesi occidentali, membri NATO o no, il Cremlino smentisce categoricamente , «è una leggenda inverosimile».

Resta comunque la preoccupazione europea di garantire un futuro di pace tanto all’Ucraina quanto alla stessa Europa: in tal senso, anche rispondendo alle forti richieste poste ieri dal Presidente francese Macron durante la video-call coi volenterosi, è il tycoon Donald Trump a replicare nettamente dando una sorta di avviso a distanza a Zelensky e soci in vista del vertice di questa sera. «Volendo può finire subito la guerra», è il consiglio dato da Trump nel suo post su Truth dove parla della possibilità per Zelensky di riconoscere il territorio ormai perso della Crimea e il rifiuto ad entrare nella NATO.

COSA HA DETTO ZELENSKY PRIMA DELL’INCONTRO CON TRUMP A WASHINGTON

Dodici anni fa sotto la Presidenza Obama, ricorda il President repubblicano, la Crimea venne di fatto “ceduta” alla Russia senza neanche combattere e oggi non è possibile tornare ai confini precedenti: «non può entrare nella NATO», aggiunge Trump lasciando a Zelensky la scelta di continuare a combattere per rincorrere qualcosa che potrebbe mai più tornare, o interrompere le ostilità dopo tre anni e mezzo dall’invasione russa.

Il Presidente Ucraina Zelensky con la leader UE Von der Leyen (ANSA-EPA 2025)

«Per la costituzione è impossibile cedere o scambiare territori. Putin non ha successo nella regione del Donetsk»: così Zelensky ieri nella riunione con la Presidente UE Von der Leyen ha come risposto a distanza a chi tra Mosca e Washington avanza l’ipotesi di una cessione di territori. In particolare sul Donbass il Presidente ucraino sembra categorico, anche se ha ammesso di conoscere tutti i dettagli delle proposte russe e che davanti a concessioni di Mosca si dovrà valutare punto su punto.

Con l’Europa che continua a chiedere forti garanzie per la sicurezza dell’Ucraina, e con la modalità dell’articolo 5 NATO che sarà al centro del tavolo di trattativa questa sera alla Casa Bianca, è ancora il n1. di Kiev a parlare sui social di una pace che dovrà essere duratura e senza cedere territori oltre quelli già occupati ad oggi secondo la linea del fronte. La speranza di Zelensky è che Trump con gli alleati europei possano premere sulla Russia per accettare una «pace vera, garantiremo efficacemente la sicurezza e il nostro popolo sarà sempre grato al Presidente Trump».