Quanto guadagnano gli amministratori di condominio e da cosa dipende il loro compenso? Tutti i dettagli da conoscere.
Quanto guadagna (davvero) un amministratore di condominio? Tutto quello che c’è da sapere sulla professione e i compensi.
In Italia il territorio urbano è costellato da condomini di ogni tipo e la figura dell’amministratore di condominio è dunque diventata sempre più centrale nella gestione della quotidianità. Ma quanto guadagna davvero chi svolge questa professione? E cosa comporta esattamente il ruolo?
Va detto che chi si avvicina a questo mestiere lo fa perché attratto dalla prospettiva di un lavoro autonomo, flessibile e (potenzialmente) remunerativo. Ma la realtà, come spesso accade, è ben più articolata e legata a una serie di variabili che influenzano il guadagno mensile o annuale.
Compensi degli amministratori di condominio: da cosa dipendono?
Il compenso di un amministratore di condominio non è fisso né definito da tabelle obbligatorie. Varia infatti in funzione di diversi fattori tra cui il numero delle unità immobiliari gestite (ogni appartamento corrisponde a un compenso annuo che varia dai 50 agli 80 euro ma può arrivare anche a 100-120 per gli stabili di prestigio o gli alloggi situati nei grandi centri urbani); la dimensione e la complessità del condominio (gli stabili con portiere, giardino ecc. richiedono ovviamente più impegno); la zona geografica e la tipologia di incarico.
Facciamo un esempio concreto così da capirci meglio. Se un amministratore gestisce dieci condimini da 20 unità immobiliari (che sono molte) ciascuno e riceve 80 euro l’anno per ogni appartamento il suo incasso annuo sarà di circa 16.000 euro per ogni condominio, quindi circa 160.000 euro lordi. Ovviamente da questa cifra vanno detratti i costi di gestione, le tasse, gli eventuali collaboratori, le assicurazioni e gli aggiornamenti professionali.
Il reddito netto può oscillare tra i 1600 euro e i 2500 euro mensili, ma nel caso di professionisti affermati nel loro campo la cifra può tranquillamente salire a 4000 euro al mese.
Chi stabilisce il compenso e come si diventa amministratore di condominio
Il compenso dell’amministratore deve essere approvato dall’assemblea condominiale. Come previsto dall’articolo 1129 del Codice Civile chi accetta l’incarico deve presentare un preventivo dettagliato che comprenda tutte le prestazioni ordinarie e straordinarie. L’approvazione richiede le maggioranze stabilite dall’articolo 1136 del Codice Civile, ovver la metà degli intervenuti e almeno un terzo dei millesimi.
Ogni anno, in sede di rinnovo, l’assemblea può decidere di conferire il mandato oppure proporre un nuovo compenso in base alle prestazioni effettivamente svolte.
Per diventare amministratore di condominio servono un diploma di scuola superiore, la frequenza di un corso di formazione professionale riconosciuto, l’assenza di condanne penali o interdizione dai pubblici uffici e una formazione continua, con corsi di formazione cadenzati. L’inquadramento è come libero professionista o come titolare di studio associato.
Non esiste un orario di lavoro fisso. La giornata tipo può includere la gestione della contabilità, i rapporti con i fornitori e manutentori, le assemblee serali, i sopralluoghi o le verifiche tecniche e le risposte a email, telefonate e richieste dei condomini. Per i piccoli condomini possono basta 10-15 ore settimanali, mentre per quelli più grandi anche 30 o 40.