Raffaele Sollecito a Pulp Podcast parla dei rapporti con Amanda Knox: "Potevo scaricarle la colpa e salvarmi, ho preferito subire un processo distruttivo"

Quando si è verificato l’omicidio di Meredith Kercher, Raffaele Sollecito e Amanda Knox si frequentavano solo da due settimane. A rivelarlo è stato proprio l’ingegnere informatico, condannato e poi assolto definitivamente. Ne ha parlato ai microfoni di Pulp Podcast di Fedez, spiegando che «la cosa assurda» è stata dover decidere «se affrontare una cosa come questa, un processo enorme e distruttivo», o cavarsela con una bugia, ma portandosi dietro un peso sulla coscienza.



Sollecito ammette che avrebbe potuto «scaricarle totalmente le responsabilità, non accusandola ma facendo il paraculo, come si dice». Così si sarebbe tirato fuori dal caso, ma non si è pentito della scelta fatta, cioè quella di dire la verità. «Una persona, una ragazza, una donna, qualsiasi persona nel mondo non si merita di subire questo schifo, soprattutto da persone incompetenti.»



In merito alle dichiarazioni con cui l’allora studentessa americana tirò in ballo Patrick Lumumba, Sollecito ha spiegato che era stata «messa sotto torchio da parte degli investigatori». Anche se si sono frequentati solo per poche settimane, Raffaele Sollecito e Amanda Knox restano legati a doppio filo a causa di questa vicenda che li ha visti entrambi condannati e poi assolti dalla giustizia italiana.

RAFFAELE SOLLECITO E I RAPPORTI CON AMANDA KNOX

«Io con Amanda ho sempre mantenuto dei rapporti, diciamo, pacifici, cordiali», ha dichiarato Raffaele Sollecito a Pulp Fiction. L’ingegnere informatico ha spiegato che, anche se hanno fatto scelte di vita totalmente diverse e seguito percorsi differenti, restano inevitabilmente uniti da questa vicenda. «Lei spesso dice: “Se non fosse stato per te, io a quest’ora sarei morta.” Lo dice spesso nelle interviste», ricorda Sollecito.



Ma non ha mai agito con calcolo, bensì perché riteneva assurdo, «totalmente fuori di testa», anche solo essere indagato, visto che «non ero mai entrato in quella stanza». Quindi, dire la verità su ciò che sapeva riguardo a una coetanea «era il minimo sindacabile in termini anche di coscienza e di giustizia».

Ora Amanda Knox usa la sua notorietà per aiutare vittime di ingiustizie, persone ingiustamente condannate. «Siamo sempre rimasti in buoni rapporti», ha ribadito Sollecito. Lui, invece, ha coltivato il suo sogno di diventare ingegnere informatico, nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare.