Raffaella Del Rosario, ex moglie di Giuliano Giuliani, ricorda la morte del proprio compagno, malato di aids e lasciato solo
Siamo negli anni ’80, periodo in cui l’Aids era considerato un vero e proprio tabù, come se fosse la peste nera: «Si pensava fosse una malattia riservata a gay, drogati e a chi aveva una vita sregolatissima – ricorda Raffaella Del Rosario – non certo a uno come Giuliano. Per il mondo del calcio poi era completamente tabù. I giocatori la temevano, avevano paura di essere accostati a determinati ambienti. Infatti sparirono tutti». Ed in effetti Giuliano Giuliani morì da solo: «In ospedale oltre a me non c’era nessuno. È morto solo per una malattia che può capitare a chiunque».
RAFFAELLA DEL ROSARIO, MOGLIE DI GIULIANO GIULIANI: “ANNI DOPO MI CHIAMO’ RENICA…”
Anche i compagni di squadra non si fecero sentire: «Zero. Era molto amico di Fusi, Corradini, Renica e Zola, il gruppo più tranquillo. Tutti scomparsi. Due-tre anni fa si è fatto vivo Renica e mi ha chiesto perdono, mi ha detto: “Ho avuto paura”. Io comunque in un certo senso li capisco: si sentivano cose allucinanti, c’era chi parlava di festini gay e di droga, quindi questi ragazzi preferivano star lontani».
Secondo Raffaella Del Rosario l’intera società sbagliò atteggiamento verso la malattia: «I malati erano ghettizzati – ha spiegato ancora – e credo che sia stato fatto poco anche dopo: la malattia esiste ancora ma nessuno ne parla. Mi piacerebbe fare qualcosa per sensibilizzare la gente, ma da sola è davvero dura. Avrei voluto organizzare una partita per Giuliano, ho lanciato diversi appelli che nessuno ha raccolto. Eppure si fanno tante iniziative per altri calciatori scomparsi, per lui niente. Si vede che la parola Aids spaventa ancora».