Fares Bouzidi, l'amico di Ramy Elgaml che il giorno della morte guidava lo scooter, ha sporto denuncia nei confronti di quattro Carabinieri

Prosegue serratissima – ma anche leggermente in ritardo rispetto alle previsioni iniziali – la battaglia legale sulla morte di Ramy Elgaml avvenuta al termine di un lungo inseguimento di 8 km tra le vie di Milano mentre si trovava a bordo di uno scooter guidato dall’amico Fares Bouzidi: proprio quest’ultimo in questi giorni ha sporto denuncia nei confronti di quattro Carabinieri con l’accusa di lesioni personali e falsità ideologica per i fatti che in quella note del 24 novembre hanno portato alla morte di Ramy Elgaml; mentre si attende ancora la perizia cinematica sull’incidente che dovrebbe spiegare nel dettaglio la dinamica dell’accaduto.



Partendo proprio da qui, per ora il fascicolo di Ramy Elgaml è ancora tutto da scrivere e spetterà proprio alla perizia cinematica far luce su quanto accaduto: ad oggi sappiamo che tra via Ripamonti e via Quaranta lo scooter guidato da Fares Bouzidi – colpevole di non essersi fermato ad un Alt dei Carabinieri – ha perso il controllo impattando violentemente contro un palio della luce e causando la morte di Ramy e il ferimento di Fares; mentre la perizia spiegherà l’esatta dinamica dell’accaduto facendo luce sul fatto che i militari abbiano effettivamente speronato (o meno) lo scooter, inizialmente prevista per inizio febbraio era slittata a fine mese ed ora si teme un secondo rinvio a data che – per ora – è da destinarsi.



La denuncia dell’amico di Ramy Elgaml: quali sono i reati contestati da Fares Bouzidi ai quattro Carabinieri

Tornando al punto di partenza – e fermo restando che nel frattempo non sono mancate novità neppure in merito al presunto video fatto cancellare dai militari all’unico testimone oculare della scena, il 28enne Omar -, l’ultimo a muovere una pedina sulla scacchiera del caso Ramy Elgaml è stato proprio Fares Bouzidi che ha citato in giudizio quattro agenti: uno tra questi – l’autista della vettura Volpe 40 che si è schiantata con lo scooter – è accusato di lesioni personali per aver “deliberatamente” speronato lo scooter “causandone la perdita di controllo e comprimendolo contro il palo semaforico”.



Lo stesso militare – al contempo – è accusato assieme ad altri tre colleghi impegnati nell’inseguimento dall’amico di Ramy Elgaml di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici“: i reati contestati vanno dal “verbale di arresto a mio carico” che “falsamente” afferma che la caduta sarebbe legata al “sovrasterzo [che] scivolava scarrocciando a velocità sostenuta sul marciapiede”; così come Fares contesta anche che nel verbale sia stata “omessa la presenza sul luogo dei fatti del testimone” e che i militari avrebbero attestato “che nella mia tasca è stata rinvenuta una catenina” legata ad un “probabile furto con strappo/rapina” nonostante fossero presenti mentre “l’operatrice sanitaria” la slacciava al collo del ragazzo informandolo “che la riponeva nella mia tasca”.