Un nuovo aiuto economico sta per arrivare ed è destinato a una particolare categoria di persone. Tutti i dettagli da conoscere
Reddito di Libertà, al via le domande dal 12 maggio per il contributo da 500 euro destinato a una particolare categoria.
Un nuovo importante strumenti di sostegno è pronto ad attivarsi. Dal 12 maggio sarà infatti possibile presentare la domanda per il Reddito di Libertà, il contributo mensile destinato a dare supporto economico a una particolare categoria di persone.
A gestire l’iniziativa è l’INPS, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità e con il supporto diretto dei Comuni. Ma addentriamoci nella questione e vediamo chi ne ha diritto.
A chi è destinato il Reddito di Libertà
L’obiettivo del Reddito di Libertà è offrire sostegno concreto alle donne vittime di violenza domestica in stato di dipendenza economica per favorire l’autonomia abitativa, il reinserimento lavorativo e la continuità scolastica in casi di figli minori. Si tratta di un aiuto una tantum che può rappresentare un primo passo per ricostruire la propria vita lontano da ambienti violenti e oppressivi.
Il contributo è rivolto alle donne vittime di violenza certificata da centri antiviolenza riconosciuti, che siano residenti in Italia con cittadinanza italiana, europea o con permesso di soggiorno. Queste donne devono inoltre trovarsi in situazione di povertà accertata dai servizi sociali ed eventualmente avere figli minori a carico.
Un elemento fondamentale per accedere al beneficio è l’avvenuta presa in carico di un centro antiviolenza ufficialmente riconosciuto nella propria regione.
Come funziona il Reddito di Libertà
Il contributo ammonta a un massimo di 500 euro mensili per un massimo di 12 mensilità. È erogato secondo una graduatoria regionale che tiene conto dell’ordine cronologico della presentazione della domanda e delle disponibilità dei fondi stanziati, che possono essere integrati da risorse regionali.

È importante ricordare che questo contributo non concorre alla formazione del reddito imponibile e può essere cumulato con altri sostegni pubblici. Dal 12 maggio 2025 le richieste potranno essere inoltrate esclusivamente tramite il Comune di residenza presentando il modulo SR208.
Per completare la domanda è necessario allegare una certificazione rilasciata da un centro antiviolenza che attesti il percorso di uscita dalla violenza e una dichiarazione dei servizi sociali che confermi l’effettiva condizione di bisogno economico. Una volta raccolti questi documenti, il Conume trasmetterà la domanda all’INPS che assegnerà un codice univoco e inserirà la richiedente in graduatoria.
Fino al 18 aprile 2025 era attivo un regime trasnsitorio che consentiva di ripresentare le domande respinte nel 2024 per esaurimento fondi, garantendo loro una priorità. Con la nuova finestra, invece, si riparte da zero. Tutte le domande saranno esaminate in ordine di arrivo, nei limiti del budget previsto per l’anno in corso.
