Beppe Grillo rilancia la propria proposta di reddito universale, facendosi forte anche delle parole di Papa Francesco che, tramite una lettera indirizzata ai movimenti e alle organizzazioni popolari, ha toccato argomenti molto simili. “Papa Francesco, vicino agli esclusi della globalizzazione, scrive che forse è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale“: così si è espresso il cofondatore del Movimento 5 Stelle in un post su Twitter.
La riflessione di Papa Francesco è senza dubbio ben più ampia e rivolta al mondo intero, la tematica comunque è simile e sicuramente Beppe Grillo può sfruttare questa sorta di autorevole “assist” da parte di Papa Francesco per rilanciare la propria idea di assistenza a tutti gli “esclusi dalla globalizzazione” e in particolare a tutti coloro che si ritroveranno in una situazione economica particolarmente difficile a causa della pandemia di Coronavirus.
Proprio in questa circostanza Beppe Grillo ha lanciato l’idea di reddito universale, una evoluzione del reddito di cittadinanza che è lo storico cavallo di battaglia del movimento ed è stato introdotto dai Cinque Stelle fin dal primo governo Conte.
BEPPE GRILLO E IL REDDITO DI CITTADINANZA
Il 30 marzo scorso infatti Beppe Grillo aveva parlato di reddito universale sul suo blog. La posizione di Grillo è che lo Stato dovrebbe aiutare tutti i suoi cittadini, agendo in modo ben diverso rispetto a quanto successe in occasione dell’ultima rilevante crisi economica mondiale: “La via d’uscita da questa crisi – scrisse Beppe Grillo due settimane fa – non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo. E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro”, aveva detto Grillo.
La soluzione sarebbe appunto il reddito universale: “Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”.
Nella sua lettera Papa Francesco ha scritto: “Forse è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan così umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti“.