Autoimprenditorialità e giovani, Regione Lombardia presenta nuove misure a sostegno delle partite IVA: "Qui le opportunità migliori, così creiamo il futuro"
Investire nei giovani vuol dire anche investire sullo sviluppo di un territorio, che può diventare più competitivo grazie alle loro idee e al loro coraggio. Questo è lo spirito alla base della nuova iniziativa di Regione Lombardia a sostegno dell’autoimprenditorialità e competizione annunciata dall’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, che ha deciso di incrementare il supporto alle partite IVA.
Pur essendo autonomi e aperti alle nuove idee, i giovani hanno le loro paure, soprattutto quella di non trovare un lavoro; ci sono poi quelli che lo hanno che lamentano stipendi bassi e una scarsa realizzazione personale.
Uno su cinque vorrebbe lanciare un’attività in proprio, e c’è una fetta che ritiene di avere in Lombardia maggiori opportunità che altrove, ma l’autoimprenditorialità è una strada per la propria realizzazione che è ricca di difficoltà burocratiche e fiscali.
PARTITE IVA E GIOVANI IMPRENDITORI, LE MISURE DI REGIONE LOMBARDIA
Per questo la Regione lombarda ha messo a disposizione finora diversi strumenti, come Bando Nuova Impresa, che ha portato alla nascita di quasi 4mila imprese, con 27 milioni di fondi pubblici che hanno generato 65 milioni di investimenti privati.
Ci sono anche il microcredito da 24 milioni e i fondi di venture capital, come Lombardia Venture (40 milioni) e Lombardia Venture STEP (70 milioni), senza dimenticare StartCup Lombardia, grazie a cui sono nate 44 nuove imprese dal 2016, SkyDeck Europe Milano per 1,5 milioni per 45 startup, ed ESA BIC Milano che fornisce supporto a startup innovative e nella space economy.
Ma Regione Lombardia non si è fermata a tutto questo, perché ha deciso di sviluppare nuove iniziative.
LE NUOVE MISURE PRESENTATE DALL’ASSESSORE GUIDESI
“Vogliamo che i giovani lombardi sentano l’impresa come un’opportunità concreta. Già oggi offriamo tanti strumenti, ma la vera sfida è culturale: creare un ecosistema in cui mettersi in proprio non sia l’eccezione, ma una strada naturale“, ha dichiarato Guidesi.
L’idea stavolta è di fornire uno strumento di accompagnamento per orientare chi vuole fare impresa, riducendo barriere informative e facilitando l’accesso alle opportunità. In parallelo, una campagna di comunicazione per diffondere la cultura imprenditoriale e stimolare interesse verso l’autoimprenditorialità.
Non a caso l’assessore Guidesi ha parlato della Lombardia come di una “Casa delle Idee“, che però diventano realtà, perché creare impresa vuol dire creare futuro, non solo per se stessi, ma anche per la propria comunità.
L’appello di Guidesi è rivolto, però, anche agli imprenditori affermati, affinché facciano da esempio ai giovani. “Regione Lombardia è e sarà al fianco dei giovani che vogliono mettersi in gioco. Creare impresa significa creare futuro: per sé stessi, per la comunità“, ha concluso il responsabile lombarde delle imprese.
I GIOVANI LOMBARDI E L’AUTOIMPRENDITORIALITÀ: LO STUDIO PIEPOLI
Le nuove misure di Regione Lombardia sono state presentate contestualmente allo studio condotto dall’Istituto Piepoli su un campione di mille giovani tra i 16 e i 30 anni che fotografa il rapporto delle nuove generazioni con il lavoro e l’autoimprenditorialità. L’indagine parte da una domanda: quali sono le opportunità, ma anche gli ostacoli, che i ragazzi incontrano quando pensano di mettersi in proprio. Dai dati emerge un quadro sfaccettato.
Da un lato gli studenti dichiarano, in larga parte, di essere soddisfatti del proprio percorso scolastico, ma denunciano una formazione ancora troppo teorica e poco orientata al mondo reale del lavoro. L’incognita del futuro, infatti, pesa su un giovane su due. Chi invece ha già iniziato a lavorare si dice per lo più contento della propria esperienza, pur restando preoccupato di non riuscire a realizzarsi pienamente nella carriera.
Quando si parla di lavoro, i giovani lombardi sono molto chiari: lo stipendio è considerato un elemento fondamentale, ma non è l’unico. Conta anche la qualità dell’ambiente, le prospettive di crescita e la possibilità di svilupparsi sia come professionisti sia come persone. Per avere successo ritengono essenziali l’impegno, le competenze, la formazione continua e la capacità di costruire relazioni solide.
Accanto al desiderio di lavorare in grandi aziende, multinazionali o imprese innovative, cresce anche l’interesse per l’autoimprenditorialità. Avviare una propria attività, tuttavia, viene percepito come un percorso affascinante ma impegnativo. I vantaggi riguardano soprattutto la realizzazione personale e professionale, oltre a un senso di benessere economico e sociale. Le criticità, invece, sono soprattutto esterne: difficoltà fiscali, ostacoli economici e mancanza di consulenza adeguata. Molti giovani, infatti, lamentano di non sapere a chi rivolgersi per ottenere informazioni chiare e affidabili, indicando come principali punti di riferimento i commercialisti, altri imprenditori e i consulenti del lavoro.
La fiducia nella possibilità di diventare imprenditori non è altissima, ma il 37% dei ragazzi dichiara di poter considerare questa strada in futuro. C’è poi il dato sul territorio: il 30% degli intervistati ritiene che la Lombardia offra condizioni migliori e 8 giovani su 10 riconoscono l’importanza di un sostegno istituzionale forte e continuativo.