Sentenza della Consulta, la Corte apre all'uso di contributi pubblici da parte delle regioni in deficit in rispetto del principio di uguaglianza

La Consulta ha aperto all’utilizzo dei contributi pubblici anche da parte delle Regioni in deficit. In risposta alle obiezioni della Campania in merito ad alcuni commi relativi Legge di Bilancio, la sentenza si è pronunciata con una esortazione ai legislatori sul rispetto del principio di uguaglianza. Come espresso dalla Corte Costituzionale infatti, andrebbero rivisti i meccanismi che regolano il sistema, attualmente rimasto in vigore sulla base della norma che era stata introdotta all’epoca del governo Monti, considerata troppo rigida, e per questo a rischio di disparità di trattamento perchè non consente alle amministrazioni che risultano con i conti in rosso di effettuare investimenti.



Per questo motivo la preclusione potrebbe andare ad aumentare i divari territoriali e quindi creare discriminazioni. In pratica, con il superamento di questo vincolo, le Regioni in disavanzo potranno continuare ad usare una parte dei fondi, a patto che questi siano destinati a progetti per orientati verso il “bene comune“.



Festival delle Regioni: i Governatori Vito Bardi (Basilicata), Eugenio Gianin (Toscana), il ministro Roberto Calderoli, Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Marco Bucci (Liguria), Michele Emiliano (Puglia), Francesco Roberti (Molise) – ANSA 2025, Andrea Merola

Consulta esorta il legislatore a modificare il sistema che preclude l’uso di contributi pubblici alle regioni in deficit

La sentenza della Consulta della Corte Costituzionale, che ha stabilito che le Regioni in deficit non devono essere esclude dai contributi pubblici per i finanziamenti, porta di fatto verso un cambiamento strutturale dei rapporti e della dialettica tra legislatore e governatori, volto ad evitare discriminazioni e ad aumentare i divari territoriali.



Questo però, se da una parte protegge il principio di uguaglianza, come sottolineano alcuni quotidiani come ad esempio La Verità, dall’altra parte potrebbe costituire anche un ulteriore passo verso la penalizzazione delle Regioni che invece si sono dimostrate virtuose portando a lungo termine ad un aggravio delle finanze, specialmente in quei casi dove, pur di rientrare nel bilancio, sono stati fatti tagli ai servizi come ad esempio nel settore della sanità, per poter riuscire a pagare il contributo richiesto che non prevede invece sconti a chi ha avuto sempre i conti in regola.