Aveva 81 anni il grande maestro e filosofo Remo Bodei, morto ieri sera nella sua Pisa: accademico dei Lincei, grande studioso dell’epoca classica e romantica, era uno dei massimi esperti della storicità filosofica nel contrasto-incontro tra ragione e passioni. Ha insegnato per decenni storia della filosofia ed estetica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ma ha collaborato con atenei di prestigio mondiale come Cambridge, Ottawa, New York, Città del Messico e infine all’Università della California di Los Angeles. Remo Bodei ha dalla sua una innumerevole produzione di testi fondamentali tutt’oggi per la storiografia filosofica oltre che per la critica del pensiero occidentale nella sua idea di pensiero “laico” affascinato dal cristianesimo pur definendosi sempre ateo. Grande studioso del pensiero utopistico del Novecento, si è soffermato in particolare nel marxismo eterodosso di Ernst Bloch e di autori della Scuola di Francoforte come Theodor Adorno e Walter Benjamin. Bodei soleva confrontarsi e dilagare con altri grandi filosofi del pensiero novecentesco italiano come Bobbio, Bovero, Veca e Badaloni.
ADDIO AL FILOSOFO REMO BODEI
Era infatti conosciuto Remo Bodei come il grande filosofo “del dialogo”, autore di diversi studi che riguardano la felicità dell’uomo, le attese per un miglioramento collettivo oltre che i vari limiti politici, ideali e “familiari” che possono in alcuni casi impersonare l’esistenza del singolo. Nell’utopia della felicità futura dell’essere umano ci credeva fermamente e in questi ultimi anni Bodei aveva provato a cimentarsi con il vero “tema del futuro”, ovvero il rapporto tra l’umanità e le macchine con intelligenza artificiale sempre più sopraffina. “Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale” (il Mulino, 2019) era il titolo del suo ultimo lavoro dove Remo Bodei, spiega Adnkronos, analizzava le implicazioni dei prodigiosi sviluppi dei robot e degli apparecchi dotati di Intelligenza Artificiale «o, detto altrimenti, con il trasferimento extracorporeo di facoltà umane come l’intelligenza e la volontà, e il loro insediamento in dispositivi autonomi», come spiegava lo stesso filosofo. Non disdegnava ogni tanto un giudizio sull’attualità politica, come ad esempio nell’intervista alla vigilia delle Elezioni Politiche del 4 marzo scorso (all’Huffington Post), «per migliorare la politica di oggi serve una classe dirigente che sia capace non dire solo sì al capo».