Cosa cambia dall’11 ottobre con il Dl Riaperture? Le novità sono diverse. La prima è l’abolizione della distanza interpersonale di un metro per i musei e altri istituti e luoghi di cultura. In questo modo anche cinema e teatri possono tornare alla normalità e così pure le persone che hanno messo da parte la socialità per un anno e mezzo. Per quanto riguarda stadi e palazzetti, il Governo ha fissato un aumento della capienza massima. Per le strutture all’aperto passa al 75%, per quelle al chiuso al 60%, ma in zona bianca. L’ingresso è consentito solo con Green pass. Inoltre, la capienza va rispettata usando tutti i settori, non solo una parte, così da evitare assembramenti in alcune zone. Qui le distanze vanno mantenute, così come vanno rispettate le indicazioni sulle mascherine chirurgiche da usare in tutte le fasi degli eventi.
Invece per le manifestazioni culturali si è andati oltre le indicazioni del Comitato tecnico scientifico. La capienza è stata portata, infatti, al 100%, anche al chiuso in zona bianca. Di conseguenza, niente distanza interpersonale di un metro. Ma anche in questo caso la raccomandazione all’uso delle mascherine e alla qualità degli impianti di areazione è valida.
RIAPERTURE, COSA CAMBIA PER DISCOTECHE E MUSEI
L’altra grande novità del Dl Riaperture riguarda le discoteche, che finalmente possono riaprire, seppur a precise condizioni. Questo in effetti resta il rebus più complesso da risolvere. Il Comitato tecnico scientifico aveva indicato tra le sue raccomandazioni al Governo la capienza al 35%, facendo insorgere gestori e Siae, in quanto è troppo bassa per rendere convenente le riaperture. I costi di gestione di un locale – avevano fatto notare – sono troppo ingenti per riaprire con gli introiti legati al 35% di capienza. Il grido di allarme è stato ascoltato dal Consiglio dei ministri, che ha quindi alzato la capienza al 50% al chiuso e al 75% all’aperto. Invece, per quanto riguarda i musei, non c’è alcuna limitazione agli accessi. Inoltre, qui c’è appunto la novità più importante, che riguarda in generale tutti i luoghi di cultura, cioè l’abolizione della distanza interpersonale di un metro.