Riforma finanze vaticane, con un motu proprio Papa Francesco ha convertito in legge il passaggio della gestione dei fondi della Segretaria di Stato all’Apsa. Una novità degna di nota che arriva dopo gli scandali finanziari degli ultimi tempi, pensiamo al clamoroso caso di Londra del 2019: con questa legge verrà garantita maggiore trasparenza e più controlli. Sarà dunque l’Apsa, amministrazione del patrimonio della sede apostolica, a gestire i fondi papali (700 milioni).
La decisione di puntare sull’Apsa era già arrivata lo scorso maggio e negli ultimi giorni è stato perfezionato il progetto: come spiega Il Sole 24 Ore, «l’obiettivo è blindare il processo di riforma con la centralizzare tutta la finanza vaticana, compresi anche i “tesoretti” dei vari dicasteri». Con questa riforma delle finanze vaticane, la Segreteria di Stato non avrà più funzioni economiche.
RIFORMA FINANZE VATICANE, LE PAROLE DI MONS. GALATINO
La riforma delle finanze vaticane è fondamentale «per assicurare una gestione trasparente ed efficiente e una chiara separazione di competenze e funzioni», ha precisato Papa Francesco nel motu proprio, ribadendo la trasformazione della Segreteria di Stato in un dicastero senza portafoglio. Ricordiamo che la riforma prenderà il via il prossimo 1 gennaio 2021 e il trasferimento dei fondi è obbligatorio entro il 4 febbraio. Coinvolti anche i conti allo Ior.
Intervenuto ai microfoni di Repubblica, monsignor Nunzio Galantino ha spiegato: «Con questo atto il Papa ha voluto portare a compimento una delle riforme della Curia romana che più gli stava a cuore, e invocata da più parti. Mi riferisco alla razionalizzazione del comparto amministrativo-finanziario della Santa Sede. Si tratta di una riforma già introdotta da papa Benedetto. Francesco ha dato un’accelerata decisiva fino a definirne le forme e i tempi di attuazione, come si legge nel Motu proprio. Di sicuro, la vicenda dell’investimento sull’immobile di Londra ha reso più urgente un cammino che però viene da lontano».