GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SUL RISCATTO DI LAUREA
L’inflazione può avere effetti importanti anche sulle scelte legate alle pensione. Infatti, come ricorda Il Messaggero, il rialzo dell’indice dei prezzi rende più costoso il riscatto della laurea, uno strumento che in taluni casi può avvicinare il traguardo pensionistico. Il quotidiano romano spiega infatti che il riscatto agevolato “nel 2019 costava 5.240 euro per ogni anno di studio (15.719 euro su 3 anni), oggi invece il costo è salito a 5.776 euro, nel 2024 dovrebbe arrivare a 6.100. Significa che riscattare un triennio universitario nel 2024 potrebbe costare 18.299 euro”. Va ricordato che “conviene accedere al riscatto agevolato per chi ha iniziato a lavorare e a studiare dal 1996, altrimenti si può fare con il ricalcolo interamente contributivo. Per chi ha studiato nei primi anni Novanta, in certi casi, il riscatto può però addirittura far andare in pensione dopo, perché fa venir meno il requisito di pensione anticipata contributiva”.
PENSIONI INVALIDITÀ, GLI AUMENTI E I CALCOLI DELL’INPS
Questa mattina il sindacato Uilm – la sezione Uil dei Metalmeccanici – ha pubblicato sui propri canali social un’informativa con tutti gli importi Inps per l’aumento delle pensioni di invalidità nel 2023. In attesa di una riforma delle pensioni a tutto tondo in arrivo con la prossima Manovra di Bilancio, sul fronte invalidi la recente rivalutazione avviata dal Governo ha portato alcuni importanti aumenti per gli assegni.
In particolare aumentano le indennità di frequenza e per la pensione sociale del 5,1%: per effetto di tale rivalutazione, spiega la Uilm, «la pensione degli invalidi civili totali al 100% è incrementata fino a un massimo di maggioranza di 388,27 euro mensili, con importo variabile in base al reddito». Tale soglia di reddito per l’accesso agli aumenti nelle pensioni di invalidità è pari a 9.102,34 euro per il singolo pensionato, 15,644,85 se coniugato: da tale conteggio restano esclusi la prima casa, pensioni di guerra e indennità di accompagnamento. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI LIVERANI (ANP-CIA)
Il Presidente dell’Anp-Cia dell’Emilia Romagna e vicepresidente nazionale, Pierino Liverani, ha ricordato il ruolo dell’Anp nel difendere le “pensioni minime dignitose e per i diritti pensionistici dei lavoratori autonomi”, con una richiesta di portare le minime ad almeno 780 euro mensili, parametro indicato dalla Ue, ma purtroppo con gli effetti inflattivi subiti e in atto questa soglia si sta superando abbondantemente. Noi non chiediamo l’elemosina, ma una dignitosa retribuzione per chi ha lavorato una vita intera e pagato i contributi richiesti. Sta molto a cuore, inoltre, la pensione di garanzia per i giovani agricoltori, e di quei lavoratori a contribuzioni discontinue. È impensabile immaginare di andare in pensione con 400-450 euro al mese dopo una vita di lavoro e di contributi. I recenti provvedimenti come l’aumento a 600 euro per gli over 75, per un anno, e la riduzione delle bollette sono segnali positivi ma assolutamente insufficienti: si tratta di briciole”.
LE PAROLE DI LANDINI
Maurizio Landini è tornato a criticare il Governo. Il Segretario generale della Cgil, come riporta Adnkronos, intervistato al Tg3 ha detto infatti che “siamo di fronte a tavoli finti. Sulle pensioni non c’è nulla, sulla sanità continuano a tagliare, sulla riforma fiscale, in realtà, vogliono andare alla flat tax e stanno aiutando gli evasori fiscali, sulla questione della lotta alla precarietà non sta succedendo nulla, sul salario minimo non lo vogliono fare, sul rinnovo dei contratti pubblici non stanno mettendo un euro. In più, questo governo continua a dire che vuole cambiare la Costituzione, quindi peggiorare addirittura il quadro. Noi non ci stiamo e quindi stiamo pensando a una mobilitazione non da soli, ma insieme a un mondo associativo molto vasto abbiamo messo in programma il 7 di ottobre una grande manifestazione, a Roma, in piazza san Giovanni, proprio per dire che vogliamo una strada diversa”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO
Come riporta calabriadirettanews.com, Pasquale Tridico ha presentato a Diamante, in provincia di Cosenza, il libro scritto insieme a Enrico Marro dal titolo “Il lavoro di oggi la pensione di domani – Perché il futuro del Paese passa dall’Inps”. All’evento ha partecipato anche l’ex Premier Giuseppe Conte. L’ex Presidente dell’Inps ha detto che “la riforma del sistema pensionistico dovrà affrontare il problema strutturale rappresentato dalla differenziazione delle età di pensionamento, in base al lavoro che si svolge perché, come confermato dai dati, i poveri muoiono prima dei ricchi! Ogni intervento sulle pensioni deve essere pensato nei suoi effetti di lungo tempo, pena i danni del passato sui conti pubblici e le sperequazioni tra le categorie”.
I DATI DELLA COVIP
Intanto, come riporta Il Sole 24 Ore, dagli ultimi dati della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, relativi ai primi sei mesi dell’anno, emerge che “continua la corsa al recupero dei fondi pensione. Dopo la caduta del 2022, favorita dalle ripetute fibrillazioni dei mercati finanziari, nei primi sei mesi del 2023 i rendimenti di tutte le forme di previdenza complementare presentano un risultato positivo: in media +3,2% rispetto alla fine dello scorso anno i fondi chiusi, +4,6% quelli “aperti” e +4,8% i Piani individuali pensionistici (Pip) ‘nuovi’”. Dai dati emerge anche “la continua crescita degli iscritti, saliti a 9,430 milioni (+2%) e anche quella delle risorse destinate alle prestazioni, che hanno raggiunto i 214 miliardi: 9 in più dei 205 miliardi registrati alla fine dello scorso anno”.
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