Riforma pensioni 2025, si continua a discutere dei dati contenuti nel Rendiconto di genere del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps
RIFORMA PENSIONI 2025, LE POSIZIONI DEI SINDACATI
I dati contenuti nel Rendiconto di genere del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps non sono passati inosservati: il gender pay gap persiste nel nostro Paese e si riflette anche sull’importo delle pensioni. Se dalla Cgil viene la richiesta di azzerare i contratti precari, la Uil propone di tassare meno il secondo reddito di un nucleo familiare (solitamente della donna) e di allungare la decontribuzione prevista per l’assunzione delle donne, solo nel caso di lavori stabili e a tempo pieno.
La Cisl sottolinea anche la necessità che il tavolo di confronto con il Governo sulle pensioni, la cui riapertura è stata sollecitata nuovamente anche di recente dai sindacati, riparta dalla previdenza al femminile.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI LELLA GOLFO
Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellissario, commentando i dati del Rendiconto di genere del Civ Inps evidenzia che le donne si laureano prima e meglio degli uomini, ma poi faticano a entrare nel mondo del lavoro e a restarvi con contratti stabili e a tempo pieno. Anche per questo si crea il gender pay gap e si finisce per alimentare un sistema che incentiva la denatalità. Dunque bisognerebbe, tramite soluzioni strutturate, trasversali e di lungo periodo, scardinare questo sistema che nuoce all’intero Paese. Intanto l’Anap-Confartigianato ricorda che aumenta il numero di anziani che lavorano dopo la pensione. Un numero che potrebbe crescere nel tempo dato che gli importi delle pensioni sembrano destinati a scendere.
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