Riforma pensioni 2025, le parole dell’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano e del deputato Luigi Marattin
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano, rispetto alle misure pensionistiche che potrebbero far parte della manovra, ricorda che uno dei temi su cui non c’è chiarezza è quello delle rivalutazioni, che negli ultimi anni sono state anche soggette a blocchi parziali o a limitazioni.
L’ex ministro del Lavoro, ospite di Radio Radicale, ribadisce anche la necessità di bloccare i requisiti pensionistici che sono già tra i più alti d’Europa e rischiano di pesare sulle prospettive previdenziali dei giovani. Dal suo punto di vista, poi, prorogare Opzione donna così com’è rischia di essere un mero atto simbolico senza vere conseguenze pratiche. Importante sarebbe invece un nuovo semestre di silenzio-assenso per incentivare le adesioni alla previdenza complementare.

RIFORMA PENSIONI 2025, LA RICHIESTA DI MARATTIN
Intanto, secondo Lucia Vuolo, candidata alle regionali in Campania nella lista della Lega, dai dati sulle morti sul lavoro e dalle difficoltà dei lavoratori italiani bisogna trarre la conseguenza della necessità di un intervento sul sistema previdenziale volto a evitare l’aumento dei requisiti anagrafici per accedere alla quiescenza.
Da Luigi Marattin, parlamentare e Segretario nazionale del Partito Liberaldemocratico, arriva invece la richiesta al Governo di evitare interventi sulle pensioni nella Legge di bilancio per far sì che le risorse vengano concentrate su un taglio più corposo dell’Irpef sul ceto medio. In particolare, una riduzione che arrivi fino ai 60.000 euro annui di reddito e non si fermi a 50.000 come sembra che effettivamente avverrà.
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