Parla Rino Casella, il professore aggredito dai pro-Pal all'università di Pisa: la critica alle posizioni del rettore Zucchi che legittimano la violenza

All’indomani della violenta aggressione subita da un collettivo pro-Pal durante una lezione di Diritto comparato, il professor Rino Casella – vittima dell’aggressione – ha parlato dell’accaduto in una breve intervista rilasciata al quotidiano “Il Riformista”, condannando il gesto che gli ricorda quel clima che si respirava negli atenei nel ’68 – se non addirittura peggiore – e criticando anche alcune posizioni del rettore pisano Riccardo Zucchi che secondo lo stesso Rino Casella rischiano di legittimare la violenza.



Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare brevemente che l’aggressione si sarebbe verificata nella giornata di ieri: durante una sua lezione all’ateneo di Pisa, il professor Rino Casella – che insegna, appunto, Diritto comparato – è stato interrotto bruscamente da un gruppetto di studenti pro-Pal in quella che sarebbe dovuta essere una manifestazione pacifica ma che è degenerata dopo che uno studente ha provato a sottrarre a un manifestante la bandiera palestinese.



Corteo pro-pal e Potere al popolo, Roma, 21 giugno 2025 (Ansa)

In quel momento – ha raccontato lo stesso Rino Casella dopo l’incidente – il manifestato si è violentemente scagliato contro lo studente e nella colluttazione sono rimasti coinvolti lo stesso studente e il docente: la prognosi per il professor Rino Casella è di sette giorni; mentre nel frattempo messaggi di solidarietà nei suoi confronti sono arrivati da politici e colleghi, oltre che dal rettore che – tuttavia – non intende denunciare i manifestanti.

Il professor Rino Casella: “Alcune scelte del rettore rischiano di legittimare i violenti”

Tornando a noi, nella sua intervista il professor Rino Casella ha confermato al Riformista di non avere “paura” di rientrare in classe, soprattutto perché i colleghi “hanno deciso di accompagnarmi fisicamente in aula” in una vera e propria dimostrazione del fatto che “un attacco a me è un attacco a tutto il corpo docente” e all’intero ateneo; mentre non nasconde la preoccupazione che l’aggressione potrebbe ricapitare, magari con “più violenza” e ai danni di un docente incapace a difendersi.



L’attuale clima universitario, secondo Rino Casella, è addirittura peggiore di quello del ’68 perché in quegli anni di contestazioni “gli scontri fisici (..) all’interno delle aule erano piuttosto sporadici” e resta il fermo il fatto che “non possiamo mica militarizzare un’università”; mentre riflettendo sulle radici della violenza, il professor Rino Casella critica “il Rettore (..) che ha fatto scelte molto discutibili” come “la chiusura della collaborazione con le Università israeliane” e i messaggi di sostegno pubblico “alla Global Sumud Flotilla“.

Scelte – spiega Rino Casella – che potrebbero “in qualche modo” lasciar intendere ai violenti che “sono legittimati e di poter agire” senza dover avere paura delle conseguenze: certo è che – conclude – che attualmente siamo “alla follia collettiva“, tanto che nel suo piccolo ha assistito a situazioni in cui qualcuno “ha proposto di boicottare il nome ‘Israele'”, costringendo lui e i colleghi a “dire ‘la Palestina’”.