Una vera e propria rivolta di no-vax è sorta a Maguilá, un villaggio in Guatemala: gli infermieri che erano arrivati per dare inizio alla campagna di vaccinazione sono stati linciati e le dosi del vaccino contro il Covid-19, in parte, distrutte. Soltanto l’intervento delle forze dell’ordine, in base a quanto ricostruisce la Bbc, ha permesso agli operatori sanitari di sfuggire all’attacco.
La folla di oppositori era composta da oltre 500 persone, tra cui anche alcune donne. Il gruppo si è scagliato contro gli undici infermieri giunti sul posto per portare la cura contro il Covid-19. Una operazione solidale inserita nel programma governativo, che non prevedeva alcun obbligo. Ciò, tuttavia, non è stato sufficiente ad evitare il caos. I no-vax inferociti della provincia settentrionale dell’Alta Verapaz, per circa sette ore, hanno accerchiato e bloccato i malcapitati, aggredendoli e vandalizzando le loro auto. I frigoriferi contenenti i sieri distrutti. Il motivo? La popolazione crede fermamente che il vaccino causi rilevanti effetti collaterali.
Rivolta no-vax Guatemala: dosi distrutte e infermieri linciati. La testimonianza
A raccontare quanto accaduto nel corso della rivolta no-vax in Guatemala è stato proprio uno degli undici infermieri che sono stati linciati e che hanno assistito agli atti di vandalismo attraverso cui sono state anche distrutte le dosi del vaccino contro il Covid-19. “Siamo stati attaccati verbalmente e fisicamente dai residenti”, ha detto. “Eravamo molto spaventati perché non avevamo mai vissuto una situazione del genere. Stavamo solo facendo il nostro dovere”.
Il tentativo di rassicurare le persone non è servito a nulla. “Abbiamo cercato di spiegare un certo numero di volte che la vaccinazione è volontaria e che non volevamo costringere nessuno, eppure non ci hanno lasciato lavorare”, ha aggiunto. Già nei giorni scorsi anche il presidente Alejandro Gianmattei era intervenuto per promuovere la campagna di vaccinazione, anche in questo caso senza risultati. Il Guatemala resta uno dei Paesi dell’America Latina con il più basso tasso di immunizzazione: soltanto il 25% della popolazione ha ricevuto le dosi.