Il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Edoardo Rixi ha ragionato sull'importanza di investire nelle Grandi opere
In qualità di viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi è intervenuto nelle ultime ore all’evento Liguria d’Autore dove è stato intervistato dall’agenzia Adnkronos in un lungo dialogo dedicato al valore delle Grandi opere infrastrutturali che – certamente – creano disagi alla popolazione, ma al contempo generano anche un valore che va ben oltre i semplici consensi elettorali, in una visione che secondo Rixi dovrebbe essere superare quella del “singolo governo”.
Dal conto suo, infatti, Rixi ci tiene a ricordare che l’attuale governo sta “investendo (..) è progettando opere” utili soprattutto a completare entro il 2032 i “corridoi europei”, proprio superando l’ottica del “consenso elettorale” in una visione che sia soprattutto “strutturale” per l’intero sistema paese: in tal senso, il viceministro ricorda che sono certamente comprensibili le lamentele di chi deve sopportare i disagi dei cantieri, ma è altrettanto necessario tornare ad avere “un concetto del lavoro, della fatica e dell’investimento“.
L’appello di Edoardo Rixi: “Torniamo a investire sulle ferrovie, i binari sono inadatti agli attuali convogli”
Le infrastrutture – e specialmente le Grandi opere – secondo Rixi vanno vista nell’ottica di un investimento “sulle generazioni successive” e i questo momento ci troviamo in una situazione in cui gli ultimi investimenti importanti in tal senso risalgono “all’epoca di Moretti” quando – circa 16 anni fa – diede il via ai lavori per l’alta velocità: il problema, secondo il viceministro, è che si privilegiato troppo a lungo “il consenso”, sacrificando “la solidità strutturale” del paese.
Restando sul tema delle ferrovie, infatti, Rixi ricorda che attualmente i binari “hanno un’età media di 90 anni” – escludendo, ovviamente, l’alta velocità -, al punto che oggi nel 90% dei casi si hanno ferrovie con “geometrie (..) non adatte ai treni moderni”: per questa ragione, a suo avviso è inutile aumentare il numero di convogli che percorrono una sola linea perché si ottiene solamente l’effetto di creare maggiori “disfunzioni al sistema”; mentre più logico sarebbe ammordenare i binari vecchi in modo da creare un vero valore per chi quotidianamente li percorre.