Giornata nera per i commercianti romani che, in cambio di alcun ore di aria fresca e cielo terso, stanno pagando un prezzo decisamente alto. «Le domeniche a piedi, per chi tiene i negozi aperti, si sono sempre rilevate parecchio costose per chi ha un negozio. Come, del resto, accade quando ci sono delle manifestazioni», afferma, contattato da ilSussidiario.net, Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma. Del resto, pare non si potesse fare altrimenti. Oggi è stato imposto il blocco del traffico per tutti veicoli privati, (salvo gli euro 5, i motocicli euro 3, e i mezzi ecologici a gpl, metano, elettrici e ibridi). E’ iniziato alle 8.30 e finirà alle 17.30. Si è reso obbligatorio in ottemperanza alle normative regionali e nazionali e a quanto disposto dal Piano operativo varato dalla Giunta Alemanno che prevede la sospensione del traffico quando i livelli di polveri sottili nell’aria superano una certa soglia.
Che, in questo caso, è stata abbondantemente superata. Basti pensare che il limite europeo è fissato a 50 microgrammi al centimetro cubo; e che, mercoledì, era stato sfondato a Preneste (61), Cinecittà (64), Fermi (56), Bufalotta (60), Tiburtina (66), Arenula (55), e Malagrotta (55). La Giunta ha deciso quindi di passare alle “maniere forti”. E, oltre a questa domenica a piedi, nella zona verde della città, ne ha previste altre tre, da qui a marzo 2012. La Polizia di Roma Capitale, inoltre, ha deciso di implementare drasticamente i controlli, dislocando 300 agenti nella zona interessata dal provvedimento. E chi sarà trovato a trasgredire, dovrà pagare una pesante sanzione di 155 euro. «Capiamo che il provvedimento, data la situazione si è reso necessario. Tuttavia, tutto ciò che blocca il transito del movimento fa sì che il commercio ne risenta». Giammaria riconosce che l’inquinamento ha superato il livello d’allarme. Ma anche che si sarebbe potuto fare in modo di tentare di danneggiare il meno possibile i venditori. «Si poteva strutturare lo stop al traffico in maniera differente. Scegliendo, ad esempio, delle fasce orarie in cui, in ogni caso, i commercianti hanno meno clienti».
Di misure compensative, non se ne parla. «In effetti, per i commercianti si potrebbero identificare delle forme di misure risarcitorie in termini, ad esempio, di sgravi fiscali. Ma l’ipotesi non è nemmeno contemplata. Chiediamo, per lo meno, che la pressione fiscale comunale non si aggravi ulteriormente». Sarebbe il minimo. Considerando che il colpo subito in giornate come questa, quantificato, rappresenta una grossa fetta dei ricavi. «Una domenica a piedi può costare ad un commerciante anche il 50 per cento dei propri guadagni».