Anche Roma prende parte allo sciopero nazionale dei mezzi pubblici indetto dalla sigle confederali principali (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Faisa Cisal). L’agitazione durerà tutto il giorno, con orari diversi a seconda delle città. Nella Capitale, i mezzi circoleranno da inizio servizio alle 8.30 e dalle 17.30 alle 20.00. IlSussidiario.net ha chiesto a Marco Capparelli, segretario generale della Filt-Cgil di Roma e Lazio, in che situazione versa la città e perché il suo sindacato ha deciso di prender parte alla manifestazione. «Attualmente – spiega – tutte le metropolitane sono ferme. Sono chiuse anche le linee Roma-Giardinetti, Roma-Viterbo, Roma-Lido». Per i mezzi di superficie, occorrerà attendere prima di avere a disposizione dei dati. Quel che è certo, è che i disagi non mancano e non mancheranno. «Roma è grande, e i mezzi sono usati da moltissimi cittadini. Sappiamo che questa circostanza amplificherà gli effetti dello sciopero». Tuttavia, l’alternativa sarebbe stata decisamente peggiore: «O scioperiamo, o lasciamo che il settore, già ridotto alla fame, collassi. Avremmo così migliaia di lavoratori in cassa integrazione, e milioni di cittadini senza mezzi di trasporto». Oggetto dell’iniziativa odierna è «il rinnovo del contratto nazionale. A questo si aggiunge il problema del finanziamento del trasporto pubblico locale. Che, nonostante l’aumento di richieste da parte degli utenti, è stato decurtato a favore di quello privato; il quale, tuttavia, non è sostenuto dalla gente a causa delle crisi. Un serpente che si mangia la coda». Ad oggi, la politica ha un peso troppo rilevante nei trasporti. «Milioni di euro finisco nei Cda, e in una serie di catene di potere inutile. Crediamo che la razionalizzazione delle risorse sia la prima strada da percorrere per recuperare dei soldi. A Roma, in particolare, sarebbero sufficiente la proprietà e un direttore amministrativo. Il Cda si potrebbe tranquillamente eliminare».