Elezioni presidenziali Romania, parla il favorito Simion dell'estrema destra: "Ue? Basta obbedienza cieca, così la democrazia è finita in crisi"

ROMANIA, IL MESSAGGIO DI SIMION PER L’UE

Critiche all’Ue e al suo “sistema” politico, ma anche una presa di posizione sulla NATO e la corsa al riarmo a cui si assiste a livello internazionale: sono i temi principali affrontati da George Simion, candidato alle elezioni presidenziali in Romania, nell’intervista al Fatto Quotidiano.



Il leader dell’estrema destra romena, dato in vantaggio nei sondaggi sulle elezioni che si terranno domenica prossima, si ribella all’obbedienza cieca all’Ue, accusando il “sistema” di imporre candidati fedeli a Bruxelles, ignorando la volontà popolare.

Il riferimento è all’annullamento delle elezioni vinte da Calin Georgescu, che ritiene sia arrivato “non per brogli, ma perché il risultato non soddisfaceva chi era al potere“. La questione non è solo romena per Simion, che denuncia “una crisi europea della democrazia“, quindi le nuove elezioni rappresentano un’occasione per ripristinarne il significato in Europa.



IL CASO DELLE ELEZIONI ANNULLATE

Più che favorito dopo l’esclusione di Georgescu, il leader del partito ultranazionalista Alleanza per l’Unione dei Romeni si sente indignato, in primis per quella che definisce “un’ingiustizia nei suoi confronti“, ma anche per il “tradimento ai milioni di romeni che lo sostenevano“.

Simion non voleva candidarsi, ma lo ha fatto per dovere, “per difendere il voto delle persone, la loro voce e la nostra democrazia“. Dunque, la sua candidatura – aggiunge – non è frutto di un’ambizione personale, ma di “resistenza a un sistema che annulla le elezioni quando non ne apprezza l’esito“.



DAI RAPPORTI CON L’UE ALLA NATO

Per quanto riguarda le priorità della Romania, il leader dell’estrema destra indica la crisi economica, per cui avverte: “Pur sostenendo la sovranità dell’Ucraina e il futuro della Moldavia in Europa, non sacrificheremo la nostra stabilità“. Per quanto riguarda le relazioni con l’Ue, è contrario appunto all’obbedienza cieca, per cui chiede lo stesso trattamento degli ‘occidentali’, anche in virtù del fatto che la Romania è strategica per la NATO.

A tal proposito, conferma che l’espansione della base di Costanza proseguirà anche dopo la sua vittoria, ma si oppone alle escalation militari sconsiderate. Infine, ha indicato tra i suoi obiettivi il rientro delle famiglie romene che si sono trasferite all’estero alla ricerca di migliori condizioni di vita.