Rosa e Olindo sono gli esecutori della strage di Erba? Nella confessione al criminologo Massimo Picozzi, la donna aveva ammesso la colpa e fornito particolari

Pino Corrias, giornalista e scrittore di un libro sulla strage di Erba, “Vicini da morire”, racconta a Quarto Grado come grazie alla sua opera, un video-confessione di Rosa al criminologo Massimo Picozzi, sia stato preso come prova nel processo: “Ancora ci interroghiamo sulla validità di quelle confessioni. Quando loro sono stati arrestati, io sono andato subito e sono rimasto per dei mesi. Quel discorso, quel video, da parte di Rosa era una rivendicazione che risarciva di una quantità di odio accumulata negli anni da parte dei coniugi. C’era una di quelle piccolissime battaglie che a volte accadono tra vicini di casa e che diventano deflagranti. Lui con la spranga, lei con il coltello, e poi il fuoco… È un delitto d’odio. Le altre ipotesi non stanno in piedi”.



In quel video, Rosa parlava anche di un presunto stupro da parte di Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef. L’inchiesta è stata poi archiviata nel 2011, non essendoci prove. Corrias, a Quarto Grado, prosegue: “Erano mesi che battagliavano. Ci sono state botte, insulti, denunce. Raffaella Castagna li aveva denunciati per minacce e ingiurie. Il processo che loro temevano si sarebbe aperto il 13 dicembre. Loro salgono quelle rampe di scale esattamente due giorni prima. Olindo nella sua confessione dice ‘Ci avevamo già provato due volte e quella sera è andata bene'”.



La confessione di Rosa

Qualche giorno dopo la strage di Erba, Rosa parla con un’amica e probabilmente, sapendo di essere intercettata, costruisce una versione diversa dalla realtà. Nel colloquio con il criminologo Massimo Picozzi, però, probabilmente crolla e racconta tutto sull’omicidio dei quattro vicini di casa. La confessione, arriva sei mesi dopo l’omicidio: “Ho preso un coltello da cucina. Lei era fuori sul pianerottolo. Io avevo in mano un coltello e un ferro. La porta era aperta, Raffaella e la mamma stavano discutendo tra di loro. Il bambino stava piangendo. Poi è arrivato Olindo ed è entrato in casa e ha detto: ‘Cos’è che hai ancora contro di noi, Raffella?’. Lei ci ha detto di andare a cagare. Allora lui ha preso e le ha dato un colpo in testa”.



Il racconto-confessione di Rosa prosegue: “Poi ha dato due colpi anche alla mamma. Da lì la mia testa non è stata più collegata. Poi abbiamo lottato io e lei e ho cominciato a tagliare e a picchiare. Le ho dato un colpo in testa. È uscito tanto sangue e mi sono arrivati anche due schizzi. Lei si è accasciata a terra. Poi ho dato un colpo e una coltellata anche alla mamma. Quando sono andata dal bambino lei mi ha visto e la mamma si è alzata e mi ha detto che potevamo risolvere il problema. Lui si è messo a gridare allora io ho puntato il coltello alla gola”. Lo stesso Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, racconta che è stato proprio Olindo Romano ad aggredirlo.