A dicembre del 2020, Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, diventa oggetto di una minaccia di assalto della coalizione di gruppi armati. In caso di emergenza, il presidente centrafricano Faustin-Archange Touadéra chiede aiuto al Ruanda: i due Paesi hanno infatti un accordo di cooperazione militare, firmato un anno prima. Kigali risponde favorevolmente e invia circa 1.000 soldati che collaborano con i mercenari della compagnia russa Wagner per respingere l’offensiva. Gli assalitori tornano a nord e Faustin-Archange Touadéra esulta.
I ruandesi hanno avuto un ruolo decisivo nel respingimento dell’offensiva: infatti non si sono fermati alla periferia di Bangui. Secondo Crisis Group, in una nota pubblicata il 7 luglio, il loro intervento “ha permesso di liberare le principali città del Paese”. Due anni e mezzo dopo, nonostante il Paese sia ancora profondamente diviso, il presidente centrafricano è ancora in carica. “Con i ruandesi le cose sono a posto. Sono disciplinati, sono efficienti e si comportano correttamente con noi”, spiega Pierre, un commerciante di PK10, un distretto di Bangui. Da quel momento, la presenza ruandese è stata integrata da un contingente schierato nell’ambito dell’accordo bilaterale di cooperazione militare. Il Paese dovrebbe inoltre garantire nel prossimo futuro l’addestramento e la supervisione delle truppe centrafricane.
L’esercito del Ruanda a sostegno del Mozambico
Il successo del Ruanda non si limita alla Repubblica Centrafricana. Nel luglio 2023 il ruolo dell’esercito è stato decisivo in Mozambico, allora sotto l’influenza di un’insurrezione jihadista legata allo Stato Islamico. Né l’esercito del Mozambico né Wagner erano riusciti a riconquistare un punto d’appoggio nella provincia di Cabo Delgado: i ruandesi sono riusciti invece nell’intento in tre mesi. Come riporta La Croix, Paul Kagame ha una leva di influenza anche sui Paesi occidentali. La forza dell’esercito è infatti seriamente presa in considerazione.
“Kigali sta approfittando del vuoto di sicurezza in Africa per occupare questa nicchia, vuole apparire come il nuovo ‘poliziotto’ del continente”, spiega Thierry Vircoulon, di Ifri. Secondo l’esperto, “Poiché sono ben addestrati, ben equipaggiati, ben comandati e pagati, ottengono risultati dove altri eserciti africani sono trascinatori. Come spiega Crisis Group, “Kigali si avvale generalmente di società come la Crystal Ventures, holding di proprietà del partito al governo, per gestire le proprie attività commerciali nella CAR, e dell’esercito ruandese per proteggerle”. Come sottolinea invece ancora Thierry Vircoloulon, “In cambio del suo intervento nel nord del Mozambico, le compagnie ruandesi avrebbero ottenuto contratti di subappalto da una società del gas”. Vantaggi economici, dunque, e politici.