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Home » Esteri » Russia » RUSSIA-USA/ “Putin tratta per l’Iran perché non può permettersi un altra Siria (o Iraq). E con Trump…”

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RUSSIA-USA/ “Putin tratta per l’Iran perché non può permettersi un altra Siria (o Iraq). E con Trump…”

Int. Marco Bertolini
Pubblicato 14 Luglio 2025
Putin con il Ministro degli Esteri in Iran

Vertice Russia-Iran al Cremlino: Putin con il Ministro degli Esteri Araghchi (ANSA-EPA 2025)

Putin chiede all’Iran di accettare l’accordo sul nucleare con Trump. Non può permettersi un nuovo fronte aperto

Deve consolidare la vittoria militare in Ucraina, ma anche guardarsi da quello che succede nel Baltico e nel Caucaso, facendo attenzione al suo fronte sud. Per questo, Putin avrebbe detto all’Iran (così riferisce il sito Axios) di rinunciare all’arricchimento dell’uranio, assecondando di fatto le richieste americane e israeliane in tal senso. Il ministero degli Esteri russo, in realtà, ha smentito questa ricostruzione, ammettendo, però, che Mosca spinge per una soluzione diplomatica della questione.


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Il motivo, spiega Marco Bertolini, generale della Brigata Folgore e comandante di numerose operazioni speciali in Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan, è che ha troppe grane da gestire e non ha bisogno di un nuovo conflitto in Medio Oriente. Per questo, senza abbandonare Teheran e cercando di non incrinare i rapporti con i mullah, li invita ad abbassare i toni.


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In Iran, d’altra parte, potrebbe esserci qualcuno che spinge per realizzare subito un’arma nucleare, di fronte alla quale Israele ci penserebbe due volte prima di attaccare in territorio iraniano. Ipotesi che, allo stato dei fatti, non è ancora da scartare, soprattutto se la possibilità di avere la bomba atomica per il regime di Teheran diventasse sempre più concreta.

Putin avrebbe chiesto all’Iran di rinunciare all’arricchimento dell’uranio. La Tass, citando il ministero degli Esteri, riferisce che non sarebbe così, ma di fatto conferma il sostegno del Cremlino per una soluzione politica. Quali sono le ragioni di un invito che va contro le posizioni di un Paese che sulla carta è grande alleato della Russia? Significa anche che le sorti dell’Ucraina e dell’Iran sono legate?


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Sono legate in maniera indiscutibile. Fin dal 7 ottobre, la Russia è stata molto prudente sulla crisi mediorientale. Addirittura, non ha reagito alla débâcle in Siria, all’allontanamento di Assad, l’ultimo alleato che aveva nella regione. E, quando l’Iran è stato attaccato da israeliani e americani, Mosca non ha reagito, anche se poco tempo prima era stato siglato un partenariato con Teheran. Putin sa benissimo che l’apertura di un nuovo fronte inciderebbe sulle possibilità di continuare ad avere successo in Ucraina. La Russia ha un alleato forte a occidente nella Bielorussia, un alleato forte a oriente nella Nord Corea. A sud, il suo alleato di riferimento è l’Iran, che però, essendo nemico di Israele e Stati Uniti, è difficilmente difendibile.

L’invito all’Iran a rinunciare all’arricchimento dell’uranio, allora, cosa significherebbe?

Le proposte sono fatte per ottenere controproposte. Teheran dice di voler negoziare, ma senza rinunciare ai suoi diritti: vuole evitare che le aggressioni nei suoi confronti passino in cavalleria. La Russia, in questo momento, credo che non possa fare altro che tentare di calmare l’Iran. Quando c’è stato l’attacco americano il ministro degli Esteri iraniano Araghchi era a Mosca e penso che Putin gli abbia chiesto di non reagire.

E infatti c’è stato un attacco simbolico alle basi USA in Qatar, per di più preannunciato, tanto che Trump ha ringraziato l’Iran per essersi limitato a un’azione così blanda. La proposta russa potrebbe essere l’occasione per contrattare anche altre soluzioni. Magari per consentire un arricchimento dell’uranio a fini civili, non direttamente realizzato da Teheran, ma eseguito attraverso la Russia.

Quali sono le carte in mano a Teheran?

Arrivare a una trattativa, tramite la Russia, che salvi l’onore e le possibilità di modernizzazione del Paese, utilizzando l’uranio arricchito per uso civile. Oppure dire di no e dotarsi di un deterrente nucleare, perché non si ripetano gli attacchi che ha subito recentemente. Onestamente, è difficile dire cosa farà.

Putin fa questa proposta mentre Trump ritorna a parlare di armi per Kiev e a poche ore da quello che il presidente USA ha presentato come annuncio importante sull’Ucraina. Solo una coincidenza? Il Cremlino vuole rabbonire gli americani? C’è una sorta di intesa tra Washington e Mosca sulla gestione di questi due dossier?

I russi vedono che gli americani stanno spingendo per una drammatizzazione della guerra in Ucraina e allora cercano almeno di calmare le acque sul fronte meridionale: non potrebbero sostenere due crisi aperte contemporaneamente. Va poi detto che Putin potrebbe sapere cose di cui noi non siamo a conoscenza sulle reali intenzioni di Trump, avere dei contatti con lui in base ai quali cerca di abbassare le tensioni nella regione.

Putin agisce con una strategia che non comprende solo Ucraina e Iran?

In Medio Oriente ha già perso la Siria, dove al posto di Assad c’è un governo che, nei fatti, è espressione di al-Qaeda, ma l’Ucraina è la guerra per la vita; perderla significa essere tagliati fuori dal Mediterraneo e dall’Europa. Lì si giocherà tutto. Putin, però, deve fare attenzione anche ad altri fronti: il Baltico, dove con l’ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia le cose si sono messe male; l’Estremo Oriente, dove potrebbe esplodere il problema di Taiwan, in cui è coinvolta la Cina, unico alleato veramente importante; ma anche il suo fronte sud.

Qui c’è stato un attacco all’Iran e una crisi diplomatica con l’Azerbaijan, mentre un po’ in tutto il Caucaso la situazione è da tenere sotto controllo. La Russia è stata anche il primo Paese che ha riconosciuto il governo dei talebani in Afghanistan, e non lo ha fatto perché le piacciano i talebani, ma perché ha bisogno di rinforzare la sua postura meridionale.

L’uscita di Putin, pur smentita ufficialmente, potrebbe incrinare i rapporti tra Mosca e Teheran? Se la priorità è l’Ucraina, il capo del Cremlino potrebbe essere disposto ad allentare l’alleanza con il regime dei mullah?

La Russia non deve pensare all’Ucraina e basta. Della posizione di Putin noi sappiamo solo ciò che è emerso. E siamo in attesa di sapere se a questa proposta seguiranno delle controproposte. Deve ridurre le aree di crisi per riuscire a gestirle. Non può permettersi, ad esempio, che l’Iran si trasformi in uno Stato fallito come l’Iraq: significherebbe dare la possibilità a NATO e UE di inserirsi per avere un altro Paese loro vassallo.

Lucio Caracciolo, direttore di Limes, dice che il programma nucleare non è intaccato e che, se l’Iran volesse, potrebbe dotarsi di un’arma nucleare in poche settimane. Punta a questo? Ad avere la bomba atomica come deterrente per allontanare altri attacchi da Israele?

Credo che, se gli iraniani avessero la possibilità di realizzarla in breve tempo, la costruirebbero. Se l’avessero avuta prima, non avrebbero subito attacchi.

Se Israele si accorgesse di questa intenzione, potrebbe attaccare ancora, anche a breve?

Sì. Israele non va tanto per il sottile: attacca, poi dice i motivi per cui lo ha fatto e tutti ci credono. Non sappiamo cosa succederà, ma se sentirà la necessità di difendersi di fronte alla paura di nuovi attacchi, potrà fare qualcosa del genere. C’è da dire, tuttavia, che, a prescindere dalla disponibilità di armi nucleari, l’Iran ha saputo colpire duramente Israele. Un elemento che è stato messo sottotraccia anche grazie alla censura delle immagini: in realtà, i danni arrecati durante la guerra dei dodici giorni sono stati ingenti. L’arma nucleare, però, per l’Iran sarebbe la sicurezza definitiva.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Vladimir PutinDonald Trump

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