L’influenza è ormai pronta a fare il suo arrivo. Con l’autunno che entra nel vivo e l’inverno che si avvicina inesorabile, saranno milioni gli italiani a letto con i classici sintomi, leggasi febbre, naso chiuso e senso di spossatezza. Attenzione però ai soggetti più a rischio, che come sottolinea l’agenzia AdnKronos, sono quei pazienti che già soffrono di diabete. Stando ad alcuni studi di esperti del settore, i diabetici sono particolarmente esposti alle influenze, che in molti casi possono risultare ben più dannose rispetto ad un paziente “comune”. Infatti, nel diabetico di tipo 1 o 2 quadruplica la possibilità di finire in terapia intensiva, mentre raddoppia il rischio di morte. Di conseguenza sono state stilate delle nuove linee guida in merito alle vaccinazioni: «Quest’anno siamo particolarmente impegnati nel facilitare l’adesione delle persone che hanno diritto all’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale – le parole di Giancarlo Icardi, professore ordinario di Igiene all’Università di Genova, ai microfoni di Adnkronos – c’è un particolare gruppo di pazienti, i diabetici, che purtroppo non ha la percezione di tale rischio. A tal proposito é stato predisposto un documento di consenso tra le società scientifiche che si occupano di diabete». Nel documento viene enfatizzato il ruolo dell’influenza nel provocare «morbosità e mortalità nel diabetico, a qualunque età». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
VACCINI PER OGNI ETA’
I vaccini influenzali non sono tutti uguali, per ogni fascia di età vi è quello più consono. A sostenerlo sono gli esperti della Siti, la Società italiana di igiene, che negli scorsi giorni si é ritrovata presso il Congresso nazionale di Riva del Garda. «I dati di sorveglianza sull’influenza raccolti nelle ultime stagioni invernali – affermano, come riportato dall’agenzia AdnKronos – dimostrano che non tutti i vaccini influenzali sono uguali, e per massimizzare la protezione offerta dalla vaccinazione va utilizzato per ogni fascia di età il vaccino più appropriato». Il professor Paolo Bonanni dell’Università degli Studi di Firenze, una delle menti più autorevoli in tema di vaccini in Italia, ha spiegato, citando i dati della scorsa stagione, che: «È ormai tempo di abbandonare l’uso dei vaccini trivalenti, preferendo i quadrivalenti nelle età dai 6 mesi di vita fino ai 70-75 anni».
ATTENZIONE AI DIABETICI
Diverso invece il vaccino per le persone over 75, facenti parte della terza e quarta età, secondo cui il ministero della saluta, indica come preferenziale il trivalente adiuvato. Situazione più complessa per quanto riguarda i soggetti giovani, vista la mancanza di esperienze pregresse di infezioni da virus influenzali B: «Al contrario – continua l’esperto – l’impatto del ‘mismatch’ sui soggetti anziani risulta trascurabile (riduzione di efficacia al massimo del 3%), mentre in essi è più importante proteggere contro i virus A in modo efficiente. Visto che il vaccino adiuvato consente di raggiungere titoli più elevati, esso garantisce meglio la protezione». A conclusione di ciò, si può quindi stabilire come sia necessario fornire vaccini influenzali adeguati alla fascia di età, anche se non sempre é così semplice individuarli. Da segnalare infine che le persone affette da diabete di tipo 1 o 2, sono maggiormente a rischio ricovero, ed inoltre, in questi soggetti raddoppia il rischio di morte. Di conseguenza, gli esperti consigliano fortemente l’uso del vaccino.