Ludopatia, bambini dipendenti da videogame: una inchiesta de Il Fatto Quotidiano lancia l’allarme sui giovanissimi e sull’utilizzo di smartphone e giochi online. La dipendenza dal gioco d’azzardo è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi e FQ Millennium ha evidenziato che riguarda anche bambini in tenera età. I racconti dei genitori e degli psicoterapeuti specializzati hanno evidenziato come al giorno d’oggi il problema che riguarda i bambini non è da ricondurre al gambling, bensì al gaming, ovvero ai videogiochi online. In alcuni di questi, ad esempio, per avere più vite nei combattimenti è necessario sborsare soldi così da potenziare il proprio personaggio. E la storia della dodicenne Laura esemplifica la vicenda: la giovanissima è arrivata a spendere ben 500 euro in due mesi con la carta di credito della nonna. Oppure pensiamo alla storia di Giulio, nome di fantasia di un tredicenne ossessionato dal cellulare: “ice sempre parolacce, ci ha detto che siamo dei genitori di merda, che abbiamo una casa schifosa… Quando provi a togliergli il telefono impazzisce, una volta ha rovesciato lo stendino ed è arrivato a dare un pugno in faccia alla mamma”.
LUDOPATIA, BAMBINI DIPENDENTI DA VIDEOGAME
I dati parlano chiaro: sono 270 mila i ragazzi che hanno un comportamento a rischio dipendenza nei confronti di internet: nella fascia tra i 15 e i 19 anni almeno il 35 per cento degli studenti italiani si collega a internet una volta al giorno per giocare a videogame di ruolo o avventura, il 15 per cento invece in videogame di abilità. I dati della ricerca Espad sottolineano che il 13 per cento di loro ritiene di trascorrere troppo tempo a giocare, mentre l’8 per cento sostiene di diventare di cattivo umore quando non può giocare. “La fidelizzazione avviene in tenera età. È un avvicinamento innocuo, che però permane nel tempo. Quando i genitori non hanno la possibilità di badare ai figli li mettono davanti allo smartphone o al tablet: una volta il ruolo baby sitter era delegato alla televisione, ora ci sono i videogiochi”, l’analisi di Giuliana Guadagnini, esperta di psicopatologie legate alla diffusione di internet e dei videogiochi.