Salvatore Buzzi, lettera dal carcere: "Gianni Alemanno condannato, ma è innocente e vi spiego perché. Non favorì alcun pagamento, anzi..."
Anche Salvatore Buzzi chiede riforme per ridurre il sovraffollamento carcerario: lo fa in una lettera dal carcere di Orvieto in cui si schiera al fianco di Gianni Alemanno, sostenendo l’innocenza dell’ex sindaco di Roma rispetto alle accuse che lo hanno portato a una condanna.
In una lettera inviata alla redazione de Il Tempo e pubblicata oggi, l’ex dirigente delle cooperative ripercorre gli eventi del 2014, anno in cui lui e altri furono coinvolti nell’indagine “Mondo di mezzo“, relativa a presunte attività mafiose volte a esercitare influenza sul Comune di Roma. Ma per Buzzi quella “cupola mafiosa” non è mai esistita.
«Io so per certo che Alemanno è innocente, sono il suo coimputato ed entrambi siamo stati condannati per un fatto non commesso, o meglio, inesistente», scrive al direttore del giornale romano. Gianni Alemanno, inizialmente condannato per corruzione, alla fine di un lungo percorso processuale è stato riconosciuto colpevole non di corruzione, ma di traffico di influenze, con una sentenza di condanna a un anno e dieci mesi.

Al centro delle accuse, un pagamento in contanti di diecimila euro che Salvatore Buzzi avrebbe consegnato ad Alemanno per facilitare il recupero di un credito da sei milioni spettante alla sua cooperativa nei confronti di Eur Spa. Per Buzzi ciò non è mai avvenuto: ci fu un rapido incontro tra i due, alla presenza di quattro o cinque persone, senza alcuno scambio illecito.
LA VERSIONE DI SALVATORE BUZZI
Nella sua lettera, dunque, Buzzi spiega anche che Alemanno non favorì la sua cooperativa, ma piuttosto un’altra società, a cui fece sbloccare dieci milioni di euro, mentre la sua cooperativa ricevette solo quattrocentomila euro dei sei milioni dovuti, quindi molto meno di quanto pattuito.
L’imprenditore, nella missiva, parla di intercettazioni tra l’ex sindaco di Roma e l’amministratore delegato di Eur Spa che dimostrerebbero che il primo non era intervenuto in suo vantaggio, aggiungendo che aveva spesso rapporti conflittuali con l’amministrazione Alemanno, non complicità.
Peraltro, Buzzi rimarca come il fatto di aver detto la sua verità gli sia costato il diniego delle attenuanti generiche, con cui avrebbe ottenuto lo sconto di un terzo della pena.
L’EMERGENZA CARCERI
Nella missiva, oltre a dichiarare la propria posizione a favore di Alemanno, oggi detenuto, l’ex ras delle cooperative denuncia le criticità del sistema penitenziario, in particolare il sovraffollamento, sollecitando interventi urgenti. «Quando una nave sta affondando e i naufraghi sono già in mare, non costruisci nuove imbarcazioni: mandi le scialuppe», ha scritto, escludendo così la costruzione di nuovi penitenziari come soluzione efficace.
