Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini: "L'opera si farà senza una nuova gara, ce lo chiede anche l'Europa". Dai rilievi della Corte dei conti alle penali
PONTE SULLO STRETTO, QUESTION TIME DI SALVINI
Matteo Salvini resta ottimista sul Ponte sullo Stretto di Messina, nonostante il recente stop della Corte dei conti alla delibera del Cipess, organo che in Italia approva i grandi investimenti pubblici. Nei giorni scorsi aveva dichiarato che non si procederà con una nuova gara, concetto che ha ribadito oggi in occasione del question time alla Camera: «Non è una scelta di convenienza, ma una scelta di buonsenso fondata su uno studio accurato di tutte le carte».
Oltre a rivendicare il fatto che l’opera sia ritenuta prioritaria anche dall’Europa, e che quindi non si tratta di un suo capriccio, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha voluto precisare che tutto il governo sta lavorando ai rilievi sollevati dalla Corte dei conti. Non c’è alcuna intenzione di fermarsi, anche perché ciò costerebbe molto a livello economico allo Stato. Infatti, se i lavori venissero bloccati, lo Stato dovrebbe pagare penali fino a 1,5 miliardi di euro al consorzio Eurolink, che è guidato da Webuild.

Come ricostruito da Milano Finanza, dopo la bocciatura della Corte dei conti, la premier Giorgia Meloni e il vicepremier avevano inizialmente preso in considerazione l’ipotesi di chiedere la registrazione “con riserva”, forzando il provvedimento nonostante il parere negativo, ma poi hanno fatto marcia indietro, in quanto si rischiavano contestazioni di responsabilità erariale. Quindi il governo ha deciso di riscrivere la delibera, correggendo i punti contestati dalla Corte.
“NON SONO STATE VIOLATE LE NORME UE”
Lo stesso Salvini ha riconosciuto che i rilievi sono di diversa natura. Ci sono problemi con le norme europee, perché il progetto potrebbe non rispettare la Direttiva Habitat, in quanto lo Stretto è una zona ad alta tutela ambientale, e la Direttiva Appalti, che prevede una nuova gara quando un appalto cambia molto rispetto al progetto originario e quando il costo aumenta oltre il 50%.
Il leader della Lega però sostiene che non ci sia violazione delle regole europee e che sta discutendo il dossier con la Commissione. L’obiettivo del ministero è di convincere la Commissione Ue che le modifiche al contratto rientrino nei margini consentiti dalle norme europee, come sta accadendo per altre opere strategiche.
DAI RILIEVI ALLE PENALI
La Corte ha criticato anche la quantità e la qualità dei documenti tecnici usati per la delibera, perché sarebbero incompleti o insufficienti. Ci sono dubbi poi sulle procedure usate per affidare e aggiornare l’appalto. Nel suo intervento, Salvini ha spiegato che i problemi evidenziati sono soprattutto tecnici, non politici, e che gli aspetti ambientali richiesti dall’Ue sono inseriti nella Vinca (valutazione di incidenza ambientale già inviata a Bruxelles).
Per quanto riguarda gli accordi aggiuntivi firmati con Eurolink, Salvini ha confermato che restano sospesi finché la Corte dei conti non registrerà la nuova delibera. Altro tema sensibile è quello che riguarda le penali: in caso di stop ai lavori, la penale sarebbe del 4% dei lavori non eseguiti, quindi potenzialmente fino a 1,5 miliardi, visto che parliamo di un’opera da 13,5 miliardi di euro. Ma sono previste penali ad hoc per il contraente generale se Eurolink non rispettasse gli impegni presi.
