All’esito del processo di primo grado che si è celebrato in Corte d’Assise a Reggio Emilia a carico dei parenti di Saman Abbas imputati dell’omicidio, pochi mesi fa sono stati condannati all’ergastolo i genitori, Shabbar e Nazia, e a 14 anni lo zio della vittima, Danish Hasnain. Assolti i due cugini della 18enne uccisa a Novellara nel 2021, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
Il 12 maggio scorso, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, il padre avrebbe reso dichiarazioni spontanee alla Procura nelle quali avrebbe ribadito di essere estraneo al delitto insieme a sua moglie, tuttora latitante in Pakistan, e avrebbe rilanciato le sue accuse contro i familiari puntando il dito, in particolare, contro Hasnain. Stando alla versione di Shabbar Abbas, la notte del delitto, quando sua figlia è stata uccisa, l’uomo era presente insieme ai due che sono stati assolti.
Le motivazioni della condanna a carico di genitori e zio
Nelle motivazioni della sentenza di condanna a carico di genitori e zio di Saman, i giudici della Corte d’Assise emiliana hanno scritto che il padre e la madre l’avrebbero letteralmente “accompagnata a morire”. La ricostruzione cristallizzata a processo non esclude che la madre Nazia Shaheen, ancora oggi irreperibile dopo il ritorno in patria all’indomani della sparizione della figlia, possa essere stata l’esecutrice materiale del delitto.
Una telecamera esterna all’abitazione degli Abbas a Novellara, infatti, avrebbe ripreso i coniugi con la ragazza poco prima che di lei si perdesse ogni traccia. Era la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021: stando alla giustizia italiana, quella sera Saman andò incontro alla morte secondo un piano organizzato dai parenti per impedire che fuggisse nuovamente insieme al fidanzato Saqib, da sempre inviso alla famiglia, e non perché si fosse ribellata a un matrimonio combinato da tenere in Pakistan. Il cadavere della giovane fu ritrovato oltre un anno più tardi, sepolto in un casolare diroccato a poche centinaia di metri da casa sempre a Novellara.