Bisogna fidarsi della scienza, senza se e senza ma: netto Sammy Basso. Il 26enne affetto da progeria, la sindrome dell’invecchiamento precoce, venerdì scorso ha fatto la terza dose di vaccino e ai microfoni di Libero ha spiegato: «Io faccio sempre tutte le vaccinazioni consigliate. Come quella antinfluenzale ogni anno».
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Il rapporto con la scienza di Sammy Basso «ha strettissimo», una ricerca continua ed analisi dei dati, anche se la comunicazione sulla campagna vaccinale sono stati commessi degli errori: «È stato sbagliato un certo tipo di comunicazione. La divulgazione scientifica è stata messa sullo stesso piano di una divulgazione che non è né divulgazione né tanto meno scientifica. Uno che non è del settore fa fatica a capire».
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SAMMY BASSO: “DEVO MOLTO ALLA SCIENZA”
Ricostruendo la sua storia, Sammy Basso ha spiegato di essere entrato in contatto con i primi medici all’età di 5 anni, per poi iniziare un percorso scientifico con le università sperimentando alcuni farmaci: «Cosa rispondo a chi dice che siamo cavie? Queste forzature. Io ho provato davvero cosa vuol dire fare una sperimentazione, alcuni farmaci venivano testati sui pazienti. E le posso garantire che quando si testa un farmaco ci sono procedure enormi da compiere». Sammy Basso ha parlato di procedure complesse e complicate, con 5 mila tester, mentre per il Covid sono stati 45 mila, «abbiamo una quantità di dati che ci dice che funziona ed è sicuro». Il giovane ha spiegato che la sua malattia dava un’aspettativa di vita di 13 anni e mezzo, ora sono 20, lui deve molto alla scienza: «E voglio ricordare che è fatta di esseri umani. Ci sono madri, padri, fratelli che lavorano. La comunità scientifica ha tutto l’interesse a far star bene la comunità perché è parte della comunità stessa».