Sant'Irene Vergine fu una giovane vittima delle persecuzioni di Diocleziano. È Patrona della diocesi di Altamura ed è molto amata in Puglia
Ogni anno, il 5 aprile, la Chiesa Cattolica ed Ortodossa ricordano la figura religiosa di Sant’Irene Vergine. Non vi sono molte informazioni riguardo la vita di questa santa, ma grazie ad alcuni testi è stato possibile ricostruire alcuni dei passaggi fondamentali della sua esistenza. Fu una dele numerose vittime delle persecuzioni cristiane del crudele Diocleziano. Proprio per i terribili supplizi che dovette subire è definita Megalomartire.
Sant’Irene Vergine: la prima di tre sorelle tutte martirizzate
Santa Irene Vergine sarebbe nata intorno al II-III secolo d.C. in quella che ad oggi è la città di Aquileia, nell’ex provincia di Udine. La giovane aveva due sorelle e a tutte loro furono dati dei nomi importanti per la cristianità, infatti tradotti in greco significavano: Irene “pace”, Agape “carità” e Chionia “purezza”. Le tre ragazze divennero ben presto veri e propri modelli di santità, dedicando la propria vita alla preghiera e alla cura dei più bisognosi.
Proprio a Santa Irene Vergine furono affidati i Libri Sacri, che protesse fino al giorno della sua morte. La santa e le sue sorelle, infatti, furono oggetto della feroce persecuzione avviata dall’imperatore Diocleziano. Inutile fu il tentativo di nascondersi tra le montagne, poiché, tornate nella città di Tessalonica (l’odierna Salonicco), furono scoperte dagli uomini del governatore Dulcezio e catturate.
Per Chionia e Agape fu proclamata la morte al rogo ma, nonostante le fiamme, i loro corpi rimasero intatti e le due giovani non soffrirono. Irene, invece, fu inviata nuda in quello che all’epoca veniva definito un “lupanare”, ovvero un bordello, ma la ragazza non ricevette alcun tipo di attenzione indesiderata. Di fronte al rifiuto di Santa Irene Vergine di rinnegare la propria fede, fu condannata a camminare sui legni ardenti, morendo martirizzata mentre continuava ad invocare il Signore. I suoi resti sono custoditi a Sorrento, in provincia di Napoli, presso la Chiesa dei santi Felice e Baccolo, e viene ancora oggi invocata per ottenere forza spirituale, protezione e coraggio nelle difficoltà.
Le spoglie e le reliquie contese, per i tanti miracoli di Sant’Irene Vergine
Sant’Irene è stata la prima patrona della città di Lecce, venendo sostituita intorno alla metà del XVII secolo da Sant’Oronzo. Oggi è Patrona della diocesi di Altamura. Non tutti sanno, inoltre, che durante il XVI secolo la custodia dei resti di Santa Irene Vergine fu al centro di un conflitto tra l’ordine dei Gesuiti e quello dei Teatini, entrambi desiderosi di conservare queste reliquie grazie alle quali nel tempo erano avvenuti numerosi eventi miracolosi. Infine, nella città di Lecce è possibile visitare la Chiesa dedicata proprio alla santa, edificata intorno alla fine del XVI secolo e che custodisce al suo interno una splendida tela che rappresenta la lapidazione di Santo Stefano. Qui ogni anno i fedeli si riuniscono in preghiera per ricordare Santa Irene Vergine, una donna che, nonostante la sua giovane età, non ha esitato a sacrificare la sua stessa vita per difendere la sua fede in Gesù Cristo.
Gli altri Santi del giorno
Il 5 aprile, oltre a Sant’Irene Vergine, la Chiesa ricorda numerosi santi e beati, tra cui: San Vincenzo Ferrer, sacerdote domenicano che dedicò la sua vita alla diffusione del Verbo; Beato Antonio Blasi, arcivescovo di Atene, ricordato per la sua vita virtuosa e per aver guidato il suo gregge con devozione; Sant’Alberto di Montecorvino, vescovo che dedicò la sua vita alla preghiera; Santa Caterina Thomas, vergine membro dell’’Ordine delle Canoniche regolari di Sant’Agostino.