Un libro quello di Sara Cardin, scritto in collaborazione con Tiziana Pikler, uscito da poco. “Combatti, Ho scelto di vincere” il titolo, edizione Baldini Castoldi. Una fuoriclasse del Karate. Sara Cardin, campionessa mondiale nel 2014 a Brema, argento a Belgrado 2010. Nella sua categoria dei 55 chilogrammi ha all’attivo anche la vittoria in tre Europei e tanti altri successi. Una carriera importante quindi per quest’atleta di 32 anni che vorrebbe però coronare con la conquista della medaglia d’oro a Tokyo 2020. Del resto il Giappone è la nazione di nascita del Karate e per la prima volta nella sua storia questo sport sarà presente alle Olimpiadi. Per Sara sarebbe quindi gioia doppia conquistare l’oro. Una sfida che l’atleta trevigiana sembra aver preso fino in fondo e che Sara non vuole assolutamente perdere. Sara Cardin fa anche parte di un progetto di comunicazione “Verso Il Sol Levante”, promosso da Juice Plus+, azienda globale che opera in più di 20 Paesi, presente in Italia da oltre 20 anni. Il progetto ha gli obiettivi di celebrare uno sano stile di vita e la dedizione degli atleti italiani alle Olimpiadi di Tokyo, attraverso appunto questo un grande progetto di sport e solidarietà. Infatti “Verso Il Sol Levante” avrà anche una declinazione di Corporate Social Responsibility, grazie a un piano di donazioni economiche e/o di materiali e attrezzature (che ha preso già il via nel 2019) che possano aiutare associazioni sportive italiane in difficoltà, per continuare a operare sul territorio, incentivando la pratica sportiva. Sara appunto è ambasciatrice di questa iniziativa insieme ad altre tre campionesse dello sport italiano che si stanno qualificando per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Da qui il nome del progetto: Verso il Sol Levante.
Sara quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
Ovviamente vorrei vincere l’oro alle Olimpiadi, sarebbe veramente coronare il sogno di una carriera! Gareggio sempre per vincere, è normale che sia così!
Il Karate del resto sarà per la prima volta nella sua storia disciplina olimpica, l’oro a Tokyo avrebbe valore doppio…
È così vincere l’oro a Tokyo avrebbe valore doppio, visto che questo sport per la prima volta sarà presente alle Olimpiadi.
Ti affascina l’idea di andare a combattere proprio in Giappone, il Paese di nascita del Karate, sei affascinata da questo Paese?
Il Giappone mi piace molto, è un paese ricco di fascino, pieno di suggestione, di cultura. Non sono mai stata a Kyoto, ma so che è molto bella. Invece sono stata a Okinawa. Il Karate è proprio legato a questa nazione, non è un caso che sia nato proprio qua…
Quali sono i tuoi metodi di allenamento, c’è anche una preparazione psicologica molto importante nel Karate?
Diciamo che intanto mi alleno tantissimo, non lascio niente al caso. Poi sono aiutata da uno staff di tecnici molto validi, di vario genere tra l’altro. C’è un nutrizionista, uno psicologo, un’equipè di tecnici con cui lavoro fino in fondo, di cui fa parte anche mio marito, che è un maestro di karate.
Come ti sei risalita dopo l’infortuno al ginocchio che ti poteva costare la carriera?
Il primo giorno ho visto tutto buio, anche i due seguenti se si può dire. Poi ho tenuto duro, mi sono detta che non dovevo mollare per niente e ricominciare alla grande…
Quali saranno le tue avversarie principali per Tokyo?
Una cinese e un’ucraina.
È il Giappone la nazionale più forte in questo sport, quali sono le altri nazionali più competitive?
Il Giappone naturalmente è molto forte, poi ci sono l’Iran e la Turchia che sono molto forti. Bisogna dire che il karate è diviso in diverse categorie per comprendere meglio questo sport.
A che livello è la nazionale italiana?
Ci sono cinque categorie maschili e cinque femminili dove si può dire che la nostra nazionale è competitiva, è di ottimo livello.
Campionessa mondiale nel 2014 a Brema, cosa ricordi di questo successo così bello?
Un’emozione grandissima, il raggiungimento di un sogno. Da bambina andavo in giro con la spada di legno e dicevo a mia mamma che un giorno sarei diventata la più forte di tutti. E’ successo così veramente: sono diventata campionessa del mondo!
E poi l’argento ai Mondiali di Belgrado nel 2010, tante altre vittoria per una carriera da vera protagonista…
Una carriera importante, questo è vero bisogna dirlo, in cui non dimenticherei il bronzo agli Europei del 2018.
Come hai cominciato a fare Karate, qual è stata la passione che t’ha portato nel tempo a praticare questo sport?
È stato mio nonno a portarmi a questo sport, uno sport mai noioso il Karate, sempre dinamico, interessante, che ti riesce sempre a fare stare bene.
Il tuo primo maestro è diventato anche tuo marito, cosa ti ha dato dal punto di vista tecnico in questo sport?
Mio marito è un tecnico molto valido, che ha il merito, la capacità di aggiornarsi con gli altri tecnici. Poi mi aggiorno sempre con lui, mi metto a confronto sempre con gli altri tecnici.
Qual è il segreto del Karate, disciplina di autocontrollo che affonda le radici nella storia?
Equilibrio, autocontrollo, il Karate è proprio una disciplina interiore che affonda le radici nella storia del Giappone. Qualcosa di veramente grande!
Cosa pensi di fare dopo la fine della carriera?
In questi anni ho seguito anche i ragazzi che volevano accostarsi al Karate. Ho il desiderio un domani di lavorare con qualche altro ruolo in Federazione e nell’Esercito. Il Karate in Italia è molto conosciuto e praticato ma sicuramente ci sarebbe l’ambizione di renderlo più visibile a livello mediatico.
Hai qualche sogno in particolare che vorresti realizzare? Quanto è importante per te la famiglia, vorresti avere dei figli?
Vincere le Olimpiadi sarebbe un grande sogno. Al momento non sto pensando a un figlio. Ora sono un vulcano e sento che voglio fare ancora un miliardo di altre cose.
Sei molta impegnata e sensibile alle tematiche social come la violenza sulle donne e la Fondazione Umberto Veronesi. Ce ne puoi parlare.
Sì sono attiva, impegnata in questo senso, come nella Onlus sociale, “Fare per bene”, dove si cerca di combattere fenomeni come il bullismo, come la violenza contro le donne naturalmente, temi attuali e ricorrenti purtroppo.
E ci puoi raccontare della tua passione per la Juventus e Alessandro Del Piero.
Sono juventina da sempre, come è sempre stata la mia famiglia. A casa mia si metteva sempre la bandiera dell’Italia e poi quella della Juventus. Una squadra per cui ho gioito e gioisco sempre per i suoi successi. Del Piero è stato il campione che ho sempre preferito anche come persona, per i comportamenti in campo e fuori dal campo.
E di tutti i tuoi interessi di scrittrice, amante dell’arte, una Sara Cardin a tutto campo…
Mi piace l’arte, il mio artista preferito è Van Gogh, i suoi campi di grano, veri capolavori. Sono attiva nei social. Cerco veramente di non fermarmi mai…
Sei molto impegnata, il Karate, le tue passioni, i tuoi hobbies, trovi mai il tempo di uscire, mangiare una pizza?
Prima di tutto ci sono gli allenamenti, tanto tanto allenamento. Tokyo resta il mio obiettivo principale. Poi certo vado anche al ristorante, a mangiare una pizza. Ho anch’io i miei momenti di svago.
E ora questo libro “Combatti!, Ho scelto di vincere”, scritto in collaborazione con Tiziana Pikler.
Un libro che per il 60% parla della mia vita, un 40% del karate.. Un libro che vuole invitare a combattere sempre come dice il titolo. Nello sport, nel karate, nella vita, in tutte le cose che fai.
C’è un messaggio particolare che hai voluto dare in questo libro? Perché hai scelto proprio questo titolo?
È proprio il titolo, che lo riassume, non mollare mai, crederci sempre, sempre sempre fino in fondo…
(Franco Vittadini)