Potrebbe aprirsi una fase nuova per il Medio Oriente dopo l'accordo su Gaza, ma l'Ue ne resterebbe tagliata fuori
Il crollo verticale di Emmanuel Macron è così verticale da lasciarci stupefatti per la sua tragica significatività.
È un crollo che per il ruolo storico della Francia, il suo essere il cuore culturale e insieme il polmone nucleare dell Europa, disvela un’altra tragicità, quella dell’Ue. L’Ue che non solo non batte colpo sul fronte russo-ucraino, ma non riesce a dir nulla di significativo nel grande cambiamento a cui il Grande Medio Oriente è avviato.
Un cambiamento che ha al suo centro il prolungamento di potenza di Israele, sì dello stesso Israele bistrattato, insultato, ferito, oltraggiato. Infatti, si esaltano – nella pace in queste ore raggiunta – le sofferenze palestinesi, mentre si tacciono i pogrom compiuti dagli stessi palestinesi che han dato vita alla terribile guerra di sopravvivenza in cui lo Stato ebraico si è impegnato. Stato, ahimè, governato da una cuspide fascista e fondamentalista che ha dovuto e voluto combattere una guerra sul terreno tra le rovine. Una guerra che ne ha provocato la sconfitta massmediatica, ma ne ha esaltato il ruolo tecnologico, militare e diplomatico assunto proprio nella guerra nel Grande Medio Oriente.

Il prolungamento decisivo di potenza non è avvenuto a Gaza, ma con il bombardamento prima dell’Iran e poi del Qatar, atti decisivi che hanno prolungato e blindato gli Accordi di Abramo facendone l’architrave decisivo tanto della pace quanto dello storico accordo turco-israeliano (prolungamento di un antico accordo militare ora giunto al suo culmine) che blinderà dalla Libia alla Siria il Grande Medio Oriente.
Il peso relativo dell’Arabia Saudita viene declassato ma non depotenziato per il legame ontologico che essa continua ad avere con chi l’ha fatta salire ai ghiacciai del potere: gli Usa.
Per questo Macron – che pure quei ghiacciai sognava – pochi giorni or sono è scivolato in fondo alla valle dei dispersi: era con l’Arabia Saudita che aveva intessuto una tela che si è disvelata più fragile che mai. Fragile come quella della burocrazia celeste dell’Ue che non ha battuto un colpo in tutta la vicenda mediorientale.
Certo in quelle sabbie è difficile governare minacciando sanzioni su sanzioni e regolamenti su regolamenti. In quelle sabbie i Macron non reggono al vento, alla sete, alla vita stessa…
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