A ridosso della tragedia occorsa a Ischia, dove un costone di montagna è franato travolgendo decine di automobili, uccidendo una ragazzina di 15 anni e ferendo 20 persone, il professor Alessandro Guerricchio non nasconde la propria rabbia nei confronti della diffusa edilizia abusiva che da anni incide sull’ambiente
Professor Guerricchio, il disastro di Ischia si poteva evitare? Le cause sono geologiche o ambientalli?
Ischia, e in realtà tutta la zona circostante, è un’area particolarmente a rischio soprattutto oggi dopo che, in maniera assolutamente sconsiderata, è stato costruito in ogni dove fino a rendere quasi difficile individuare degli affioramenti rocciosi. Le costruzioni che sono state realizzate, lo si può tranquillamente vedere anche da Google Earth, danno un’idea di come questo territorio sia stato assolutamente devastato e di come sia stato considerato minimamente l’aspetto franologico che è quello che devasterà, lo sta già facendo, entro qualche decennio gran parte del nostro territorio.
In poche parole il problema è lo stesso verificatosi a Messina poche settimane fa, ossia le costruzioni abusive?
Il problema è non pensare al nostro Paese che ha una vocazione estrema alla grande franosità, alle frane di grandi dimensioni che porteranno via interi caseggiati se non addirittura quartieri. In sostanza questi effetti sono esito dell’abusivismo sconsiderato in concomitanza delle attuali variazioni climatiche, sia quelle connesse all’effetto serra sia, ne parlò a suo tempo il grande studioso Bruckner, di quelle legate alle grandi ere geologiche, in particolare al Pleistocene.
Può spiegare meglio queste problematiche sotto l’aspetto geologico?
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Nell’ultimo milione di anni, non c’è da sorprendersi, sono cambiate le condizioni climatiche, in particolar modo rispetto alle piogge. Gli eventi di pioggia sembrano molto più concentrati in brevi periodi anziché diffusi in periodi lunghi. Ischia è caratterizzata da una serie di macromovimenti di massa, antichi movimenti franosi, che hanno “sbrindellato” tutto il territorio. Per cui l’attenzione di chi costruisce in queste zone avrebbe dovuto essere massima. Adesso ci troviamo in una situazione di non ritorno, una situazione in cui per ritornare alle condizioni quo ante erant bisognerebbe chiamare la marina militare che, con alzo zero, abbatta a cannonate tutte le costruzioni sulle coste e restituisca all’isola quelle che erano le sue caratteristiche naturali. È un’isola vulcanica, caratterizzata da aspetti geomorfologici che sono stati stravolti da centinaia di edifici che assomigliano più a pollai che a vere e proprie abitazioni di intelligente fattura.
Che problematiche hanno generato questi macromovimenti di massa?
Dalla cima del monte Pietra dell’Acqua, che è la parte quasi culminante con i suoi 720 m, si slabbrano verso ogni direzione tutte le masse che sono al contorno di questa antica struttura vulcanica. A fronte di ciò c’è da notare l’approfondimento pauroso dei solchi erosivi, cioè di quelli che possiamo chiamare fossi, questi microbacini idrografici che hanno generato delle incisioni notevoli a testimonianza del fatto che certamente l’isola ha subito, in tempi geologicamente recenti (15/20.000 anni fa), un notevole innalzamento così da acconsentire a un approfondimento altrettanto notevole dei corsi d’acqua. Nella zona interessata, ossia di Casamicciola, c’è la Cava Caduta, la Cava del Puzzillo e molte altre “cave”. Sono tutti fossi che sono potentemente penetrati all’interno del materiale geologico dimostrando come questo materiale sia una sorta di “pseudo ricotta”, termine non scientifico che rende l’idea della facile penetrabilità di queste masse piroclastiche da parte dei corsi d’acqua. Non è certo un terreno quindi sul quale edificare con tranquillità.
Quindi quanto è successo era a dir poco prevedibile?
Altroché. Se non prevedibile perfettamente ipotizzabile. Personalmente nutro una grandissima rabbia nei confronti di coloro che hanno reso possibile la costruzione di edifici e strutture che non hanno il minimo senso se non quello di ottenere facilmente del denaro. Fra Bagni Terme e Casamicciola sono state erette costruzioni con criteri assurdi. Alcuni edifici sono stati collocati anche trasversalmente rispetto al deflusso del non piccolo bacino che insiste appunto sul porto di Casamicciola. Peraltro io non avrei ubicato il porto a Casamicciole, ma vedo che persone più allegre di me hanno deciso il contrario.
Lei prima parlando di rischi geologici ha parlato del “nostro territorio” tout court. Quali sono le zone a maggiore rischio in Italia?
In realtà escluderei soltanto la piattaforma carbonatica murgiana, al di là del fatto che anché lì possono benissimo scatenarsi degli eventi alluvionali che, a loro volta, potrebbero rimettere in funzione le antiche lame, ossia gli antichi corsi d’acqua, oggi per la gran parte sempre asciutti. Ovviamente anche in quel caso si è avuta la bella idea di costruire alle foci. Un’altra zona particolarmente tranquilla, fatto sempre salvo per le alluvioni, è la pianura Padana. Ma per il resto l’Italia è un paese geologicamente molto a rischio. Conosco pochissimi siti “tranquilli”. Tutti i versanti, anche quelli lapidei hanno possibilità di essere rimobilitati in condizioni climatiche avverse. Soprattutto le forti piogge possono sconvolgere molti terreni, come stiamo vedendo in questi giorni. Dopo l’edilizia selvaggia e abusiva alla quale il nostro Paese è stato sottoposto credo che occorra riesaminare praticamente tutti i siti, anche quelli in precedenza classificati come quiescenti.