Ricercatori australiani hanno realizzato la prima ricostruzione basata sul Dna, piumaggio compreso, del gigantesco uccello preistorico moa, che viveva nella vicina Nuova Zelanda e fu sterminato dai cacciatori maori prima dell’arrivo degli europei. Usando piume risalenti a circa 2500 anni fa, gli esperti di antico Dna dell’universita’ di Adelaide hanno ricostruito quattro delle 10 specie conosciute di moa, colossi che raggiungevano i 4 metri di altezza e il peso di 250 kg, non possedevano ali nemmeno abbozzate, ma erano ottimi corridori. Finora la comunita’ scientifica non sapeva quale fosse l’aspetto delle differenti specie di moa, un uccello rimasto finora un enigma come il dodo, scrive Nicola Rawlence, autore dello studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society of London. ‘Il moa e’ stato finora descritto in base alle ossa fossili, ma e’ la prima volta che viene ricostruito il piumaggio e i suoi colori’. Rawlence e i suoi collaboratori hanno estratto il Dna dalle piume piu’ antiche finora scoperte, scoperte in condizioni sorprendentemente intatte in cavita’ di roccia in diverse localita’ della Nuova Zelanda. Con una comparazione digitale del colore di penne di pappagallo trovate accanto, con piume di pappagalli della stessa specie ancora esistenti, i ricercatori hanno potuto stabilire che le piume di moa non si erano scolorate. Il colore prevalente era un grigio mimetico’, probabilmente risultato di una selezione naturale per evitare gli attacchi dell’estinta aquila di Haast, la piu’ grande aquila del mondo, scrive Rawlence. Circa 15 specie moa vivevano in Nuova Zelanda all’epoca in cui, nel decimo secolo, i primi esseri umani di alcune tribu’ di cacciatori-cercatori maori arrivarono dalla Polinesia. Nell’impossibilità di fuggire dalle isole, furono portati a una rapida estinzione dalla caccia a cui furono sottoposti.
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