RITA LEVI MONTALCINI/ Lealtà con le evidenze: ecco il “fattore di crescita” della scienza

- Mauro Ceroni

Oggi i funerali di Rita Levi Montalcini. La scienziata italiana ha vinto il premio Nobel per le sue scoperte, ma la sua eredità è anzitutto il metodo per conoscere. Ne parla MAURO CERONI

rita_levi_montalcini_pp Rita Levi Montalcini (Foto: Infophoto)

Rita Levi Montalcini ha ricevuto il premio Nobel per la medicina per la scoperta dell’NGF (Nerve Growth Factor), una sostanza proteica che favorisce la crescita dei principali prolungamenti nervosi. NGF è stato il primo fattore di crescita individuato e ha costituito una vera novità concettuale nell’idea dello sviluppo, del mantenimento e della riparazione del tessuto nervoso: quando si produce un danno in un tessuto, la reinnervazione da parte di fibre sensitive e soprattutto vegetative viene promossa dalla secrezione di NGF da parte delle cellule tissutali prospicenti l’area danneggiata. Pertanto la reinnervazione non è un processo intrinseco del tessuto nervoso, ma viene favorita e guidata dalla secrezione di fattori da parte del tessuto target.
Tale concetto si è dimostrato vero sostanzialmente per tutti i tessuti del nostro organismo: alcuni di questi fattori di crescita, ad esempio quelli per le cellule ematiche, vengono addirittura usati comunemente nella pratica clinica.
Come spesso accade per scoperte che segnano in maniera fondamentale la nostra comprensione delle cose, anche questa scoperta è stata in gran parte casuale. Le ricerche della Montalcini sono partite da un’osservazione fatta da un altro ricercatore: l’inserzione di cellule di sarcoma in embrioni di topo determinava abbondante innervazione sensitiva dell’inserto con ipertrofia dei gangli spinali che la operavano. La Montalcini scoperse subito che l’innervazione avveniva e in modo ancor più abbondante ed evidente da parte di fibre vegetative.
In una serie di esperimenti tesi a comprendere il meccanismo di tali fenomeni biologici scoprì che lo stesso effetto poteva essere prodotto da certi veleni di serpente e ancora di più da parte della saliva. Sia nel caso delle cellule di sarcoma, sia in quello del veleno di serpente, sia della saliva l’effetto era realizzato da parte di un fattore solubile, anche in assenza di cellule e per la stretta somiglianza degli effetti doveva essere comune a tali liquidi biologici pur così diversi e lontani fra loro. Impiegando la saliva delle ghiandole salivarie sottomandibolari di topo, che apparivano le più ricche di attività biologica, Rita Levi Montalcini fu in grado di isolare e caratterizzare una proteina che possedeva tali proprietà, che denominò NGF.
Successivamente si è potuto dimostrare che l’NGF ha funzioni regolatorie anche sul sistema immunitario e che in particolare promuove la secrezione di istamina da parte delle mast cellule e che svolge importanti funzioni durante lo sviluppo del sistema nervoso centrale (SNC). Tali scoperte hanno fatto ipotizzare importanti funzioni di promozione della sopravvivenza dei neuroni del SNC, nella speranza di un impiego di NGF nel trattamento delle malattie neurodegenerative come SLA, Morbo di Parkinson e di Alzheimer. Tuttavia, tali effetti terapeutici non sono affatto stati confermati sino ad ora.
Rita Levi Montalcini in tutti i suoi articoli, durante tutta la sua lunga vita, da ricercatrice rigorosa quale era, non ha mai enfatizzato possibili applicazioni clamorose di NGF, ma ha sempre precisato in modo rigoroso le sue caratteristiche e le sue proprietà e sottolineato anche la difficoltà di sceverare le sue proprietà in sistemi così complessi come il SNC e quello immunitario.

Per tale motivo la sua memoria e anche la celebrazione della sua grandezza dovrebbero svolgersi, per essere adeguate e fedeli alla sua figura, con la stessa misura, lealtà con le evidenze scientifiche, rinuncia a voli pindarici, astensione dal suscitare attese e speranze non fondate, che hanno sempre caratterizzato il modo di operare di Rita Levi Montalcini.





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