Le scimmie, come l’uomo, adottano comportamenti provocatori. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. I ricercatori, come riassunto da Le Figaro, hanno esaminato settantacinque ore di video di primati in cattività, identificando diciotto di queste azioni descritte come “scherzi giocosi”. È emerso che esse sono condivise dalle quattro specie prese in considerazione: bonobo, scimpanzé, orango e gorilla.
I comportamenti in questione secondo gli esperti richiedono un livello molto elevato di consapevolezza di sé e degli altri, che gli esseri umani sviluppano fin dall’infanzia. Non sono tuttavia gli unici. Anche i cugini scimpanzé infatti hanno questa capacità, che li porta a sviluppare una profonda complicità, anche al punto di prendersi in giro. La ricerca ha evidenziato che a stuzzicarsi di più sono proprio gli esemplari giovani, tra i 3 e i 5 anni. “Ad esempio, amano disturbare il sonno degli altri svegliandoli, mordendoli amichevolmente o afferrando loro gli arti”, ha rivelato Isabelle Laumer, primatologa del Max Planck Institute e autrice principale di questo studio.
Scimmie hanno comportamenti provocatori: le analogie con l’uomo
La sensazione è che le scimmie, come l’uomo, abbiano questi comportamenti provocatori con l’obiettivo di ricevere una reazione dal proprio simile. La maggior parte delle volte infatti ripetono il gesto finché non la ottengono. È una scoperta che rafforza l’idea che i primati abbiano raggiunto il livello più raffinato di quella che gli scienziati chiamano teoria della mente. Essa “è la capacità di attribuire stati mentali ad altri individui, cioè di rappresentare le credenze degli altri o anche di utilizzare queste rappresentazioni per prevedere una reazione”, ha spiegato Adrien Meguerditchian, primatologo del laboratorio di psicologia cognitiva presso l’Università di Aix-Marsiglia.
“Abbiamo notato individui, in particolare giovani oranghi, che presentavano un bastone a un altro orangotango per poi ritirarlo immediatamente quando l’altro voleva afferrarlo, ridendo. Esattamente come i bambini”, ha svelato ancora Isabelle Laumer. Le similitudini tra esseri umani e primati in tal senso fanno comprendere che la presa in giro per gioco e i suoi prerequisiti cognitivi fossero presenti nel nostro ultimo antenato comune, 13 milioni di anni fa. Non è da escludere però che le origini siano ancora più antiche. Ciò potrebbe essere plausibile nel caso in cui a manifestare questi comportamenti siano altri esemplari intelligenti, come il delfino.