SCUOLA/ Concorso dirigenti: tra protocolli e circolari, mai dimenticare John Ford

- Mario Predieri

Il nuovo concorso per dirigenti scolastici è un'occasione per riscoprire una professione factotum, decisiva per le sorti della scuola

maturità (LaPresse)

Il Consiglio superiore della pubblica istruzione il 3 febbraio 2022 ha espresso il proprio parere in merito al regolamento per il nuovo concorso dirigenti scolastici e ha rilevato la necessità di avviare al più presto il concorso, considerandolo “un adempimento irrimandabile e indispensabile per assicurare la funzionalità e lo sviluppo delle scuole”, anche per limitare il ricorso alle reggenze, divenute prassi normale in alcuni territori, soprattutto nel Nord Italia.

Il reclutamento sarà su base regionale, non nazionale come quello bandito nel 2017. L’obiettivo è avere le graduatorie pronte per le assunzioni del 2023-2024. Per l’anno scolastico 2022-2023 dovrebbe essere completata ed esaurita la lista di chi ha superato il precedente concorso nazionale ed era stato inserito a suo tempo in graduatoria.

L’avvio del nuovo concorso, che tutti sperano tempestivo, vedrà una prima prova preselettiva, nel caso molto probabile che, a livello delle singole regioni, il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso. Essa sarà computer based e unica per tutto il territorio nazionale, eventualmente anche in più sessioni in relazione al numero dei candidati. Tale prova consiste in un test di cinquanta quesiti a risposta multipla vertenti su vasti ambiti disciplinari: normativa scolastica, conduzione delle organizzazioni complesse, processi di programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche, organizzazione degli ambienti di apprendimento, organizzazione del lavoro e gestione del personale, elementi di diritto civile e amministrativo, con particolare riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle responsabilità tipiche del dirigente scolastico, i processi di valutazione ed autovalutazione, la contabilità di Stato.

Chi supererà il primo ostacolo affronterà la prova scritta computer based su quesiti a risposta aperta (cinque) con due quesiti di inglese. Unica per tutto il territorio nazionale, si svolge nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione.

Infine, chi riuscirà a tagliare il traguardo finale, dovrà aver anche superato un colloquio sugli ambiti disciplinari della prova scritta, che accerta la preparazione professionale del candidato sui medesimi e verifica la capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico. Dovrà dimostrare conoscenza e capacità di utilizzo degli strumenti informatici e delle tecnologie informatiche di più comune impiego presso le istituzioni scolastiche e dimostrare di conoscere la lingua inglese al livello B2.

Un programma amplissimo che mette in evidenza come i dirigenti scolastici debbano essere professionisti eclettici e dotati di un ampio spettro di competenze, spesso anche assai elevate: le problematiche che essi incontreranno nell’attività quotidiana spesso richiederanno di mettere in gioco conoscenze e competenze specialistiche e, a differenza di altri settori lavorativi, difficilmente avranno l’opportunità di fruire di consulenti a cui affidare le “patate bollenti” gettate sulla loro scrivania dalla vita scolastica quotidiana.

Una caratteristica della professione del dirigente scolastico è quella di aver sommato negli anni un’ampia gamma di responsabilità e poteri: alla fine degli anni 90 la figura del vecchio preside, uomo della disciplina (nel senso di condotta degli alunni) e garante della valutazione (nel senso dei voti e della consegna delle pagelle) era stata contemperata, attraverso i Decreti delegati degli anni 70, da elementi che ne facevano il coordinatore e il propulsore di processi democratici (consigli di classe e di istituto) e innovativi (le sperimentazioni più o meno assistite) che avrebbero dovuto regolare e migliorare la vita dell’istituto e gli apprendimenti degli studenti.

Con il nuovo millennio e l’introduzione dell’autonomia scolastica è nato il nuovo profilo del dirigente scolastico e si sono accresciute via via le sue responsabilità gestionali e amministrative. Datore di lavoro, il Ds non sceglie il personale, né provvede ai suoi compensi ordinari, deve però gestirlo sotto il profilo disciplinare e lavorativo: è inoltre responsabile di sicurezza e privacy, della trasparenza e dell’anticorruzione, della valutazione dell’istituto, dell’inclusione e così via.

La legge 107 del 2015 (Buona Scuola) ha ulteriormente esteso le competenze del Ds, accentuandone il compito di essere fulcro dei processi organizzativi e limitando l’azione degli Organi collegiali. Le stesse norme che via via vengono emanate assegnano al dirigente scolastico sempre nuovi compiti: di solito tali norme non prevedono, com’è ovvio e normale, che il Ds individui il personale che svolga un compito o disponga deleghe, ma esplicitano solo l’azione che il Ds dovrà mettere in atto: sarà poi il dirigente scolastico a procedere come possibile. E purtroppo, in molte situazioni dove si riscontrano gravi carenze di personale nelle segreterie è proprio il Ds che si trova materialmente a svolgere questi compiti.

Negli ultimi vent’anni il dirigente scolastico si è dovuto trasformare in un professionista dinamico e flessibile per affrontare i diversi piani di responsabilità. Il compenso è di circa 3mila euro al mese netti per chi ha scuole fino a mille alunni, poco maggiore per chi ha scuole anche molto più grandi. Ancora maggiore per chi ha reggenze, ma in questi casi il lavoro raddoppia o quasi (almeno sulla carta) e si arriva facilmente ad avere 2000 alunni e numerosi plessi in territori magari anche distanti molti chilometri l’uno dall’altro.

In sintesi, si potrebbe dire che il dirigente scolastico ha oggi molto potere, ma corre il pericolo di essere “un uomo solo al comando”: così almeno talora appare, isolato nell’ufficio di presidenza, al riparo nella sua trincea di carte, protocolli, regolamenti, determine, circolari, documenti per la sicurezza, che lo illudono di difenderlo dai rischi derivanti dalle proprie responsabilità e dal continuo assalto dei tanti diversi problemi più o meno gravi che ogni giorno lo assillano facendo timidamente capolino dalla porta o tormentando i suoi cellulari e i suoi account postali.

D’altra parte il potere del Ds può ovviamente essere esercitato solo in relazione alle risorse, alle miriadi di norme e alle condizioni determinate in cui la scuola si trova a operare: così spesso l’uomo (o la donna) solo al comando risulta, in realtà, inincidente sui problemi che attraversano la scuola.

Invece il dirigente scolastico è uomo di alleanze e reti: principale se non unica sua risorsa è quella di costruire con incessante pazienza quotidiana una trama di rapporti che miri a valorizzare tutto il positivo che ogni giorno emerge dalla vita scolastica, dal desiderio di bene e di costruzione che adulti e ragazzi portano e vivono tra le mura delle classi, che colga le opportunità del territorio per far crescere i suoi alunni, che favorisca la cooperazione tra i diversi istituti nell’ottica di con-correre insieme al bene dei giovani.

Non è una professione facile quella del dirigente scolastico, ma è indispensabile servizio per porre le condizioni più favorevoli atte a consentire di svolgere il lavoro più bello del mondo: educare e insegnare. Insomma… “È uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo!”, come si recita in Ombre rosse di John Ford.

E chi vorrà intraprendere questa professione, cimentandosi innanzitutto con la procedura del nuovo concorso, dovrà mantenere una particolare attenzione alla dimensione educativa e comunitaria della scuola. Dovrà alimentare le dimensioni manageriali e gestionali, giuridiche e organizzative, ma sempre tenendo fisso che il core business della scuola è la possibilità che bambine e bambini possano essere introdotti alla realtà e crescere, che ragazze e ragazzi maturino per diventare donne e uomini.

Per chi intende intraprendere la professione di dirigente scolastico consapevole che il primo rischio da correre è proprio quello… educativo suggerisco l’imminente corso di preparazione delle associazioni Diesse e Disal, che intendono promuovere un approccio alla professione che indirizzi le competenze tecnico-gestionali e giuridico-amministrative allo scopo educativo, sempre mantenendo viva la consapevolezza che si tratta di una professione da svolgere con le persone e per le persone.

Il primo appuntamento è un video introduttivo oggi, giovedì 17 marzo, alle ore 16.30 su piattaforma Zoom all’indirizzo reperibile sul sito di Diesse e di Disal.

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