Continua a fare parlare di sé l’operazione “Ombre rosse“, che ha portato all’arresto di alcuni ex terroristi italiani decretato da Parigi. Sulle colonne de “Il Corriere della Sera”, a tal proposito, nella giornata di oggi è intervenuto l’autore Giovanni Fasanella, scrittore di alcuni libri di successo come “Intrigo internazionale” sul ruolo della Francia, redatto a quattro mani insieme all’ex magistrato Rosario Priore.
Fasanella ha spiegato che “i latitanti italiani in Francia erano decine fin dagli anni settanta. Il filo rosso è il soccorso per i terroristi da allora a oggi, che ha avuto inizio con la scuola di lingue Hyperion a Parigi (fondata nel 1977 dai brigatisti Corrado Simioni, Duccio Berio e Vanni Mulinaris, ndr)“. Le sue parole sono state confermate a “Il Giornale” da un ex componente dei servizi segreti italiani, il cui nome non è stato svelato per ovvie ragioni: “Hyperion era una copertura del terrorismo internazionale. L’ho scritto nero su bianco in un rapporto al Sisde ancora secretato. I francesi sapevano tutto. E a Parigi c’era una banca utilizzata dal Kgb, l’intelligence sovietica, che serviva a finanziare il terrorismo internazionale”.
TERRORISTI ARRESTATI IN FRANCIA: RISCHIO BATTAGLIA?
In merito alla questione terroristi, “Il Corriere della Sera” ricorda come negli anni i latitanti italiani siano diventati duecento e fa il nome dell’avvocato Irène Terrel (difese Cesare Battisti, ndr), che rappresenta 6 dei 10 terroristi italiani e parla di un “tradimento indicibile da parte della Francia”. Secondo Fasanella, peraltro, c’è il rischio che si possa arrivare a una vera e propria battaglia: “La rete che continua ad appoggiare i cosiddetti fuoriusciti potrebbe scatenare assieme a qualche frangia italiana la battaglia contro la vendetta, che non sussiste, per evitare l’estradizione in Italia dei dieci di Parigi”. L’ex magistrato Carlo Mastelloni, dal canto suo, ha chiosato sottolineando che, a suo giudizio, la rete terroristica si è sfilacciata, ma “esiste qualcosa di impalpabile fra gli ex terroristi, che riguarda i loro tesoretti sulle domande ancora senza risposte. In nome di un patto indicibile continuano a tacere. Il caso Moro è un esempio. E per quelli della Francia temo che sarà lo stesso”.