La scuola sta ufficialmente per ripartire ovunque in Italia ed i cambiamenti legati alle nuove norme di sicurezza anti-Covid andranno a coinvolgere anche l’ambito della mensa. Cambia il menù e con ogni probabilità è destinato a cambiare anche il costo per i genitori destinato a colpire le famiglie più fragili. Secondo il Corriere della Sera, i cambiamenti saranno evidenti: meno minestre e più lasagne, acqua in bottiglia, piatti con tre scomparsi. Alla luce di ciò anche i prezzi potrebbero mutare. In attesa della piena ripartenza scolastica, le società di ristorazione iniziano ad organizzarsi ed a stilare il piano per riuscire a servire i pasti a circa 3,5 milioni di studenti, soprattutto di scuola materna e primaria. Stefano Barassi, responsabile scuole per Elior ha commentato: “Fin dal 24 febbraio stiamo pensando a come cambiare la ristorazione. Abbiamo dovuto approntare dinamiche diverse in base al tipo di scuola: dove ci sarà spazio per garantire il distanziamento, i ragazzi andranno a mensa, magari in due-tre turni”. Nei casi in cui ciò non sarà possibile, ci sarà il “lunch box”, anche se chiaramente, spiega Barassi, “non possiamo dare un panino o un pasto freddo per 180 giorni all’anno”. Questo ha portato alla modifica dei menu e alla scelta di più piatti unici.
SCUOLA, MENSA: COSA CAMBIA CON LE NUOVE MISURE ANTI-COVID
Niente più minestre, dunque, nei menu delle mense scolastiche: “Sono state praticamente eliminate, sono difficili da servire e mangiare, possono versarla o sporcarsi. Meglio una lasagna piuttosto, e un frutto”, ha commentato Barassi. A dare una sua visione sul tema è stato anche Francesco Malaguti, presidente di Camst: “I menu saranno in parte rivisti, nel rispetto dell’equilibrio nutrizionale, con ricette a volte semplificate. Non necessariamente si ricorrerà alla monoporzione preconfezionata”, ha spiegato. Tuttavia in alcune scuole la distribuzione del pasto può avvenire anche con il tradizionale “scodellamento” dai carrelli termini da parte del personale addetto alle mense, direttamente al banco degli studenti. Cambiano anche i contenitori del cibo e per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua in alcuni casi si continuerà ad usare la caraffa coperta da coperchio e usata solo dagli operatori oppure saranno distribuite bottiglie di plastica, o ancora potranno essere attivati distributori touch free utilizzabili dai ragazzini senza toccare alcun pulsante. Cambiamenti, questi, che potrebbero tuttavia far lievitare i prezzi del 20-30%. E’ possibile che quest’anno possano in parte farsi carico dei costi in aumento i Comuni che hanno risparmiato i costi delle mense nei mesi del lockdown ma cosa accadrà in futuro? Carlo Scarsciotti, presidente di Oricon, Osservatorio della ristorazione collettiva e nutrizione ha commentato: “Naturalmente la rimodulazione del servizio comporterà un aumento di costi, in termini di personale e di dispositivi di sicurezza, che non dovranno gravare sulle aziende che già vengono da un periodo di crisi e tantomeno sulle famiglie”.